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Per i trifulau piemontesi il 2017 è stato l’anno nero

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TARTUFO BIANCO Più volte l’abbiamo scritto: il 2017 è stato un anno difficile per la trifola. Il compito di tracciare il bilancio di una stagione avara di tartufi al presidente dell’Unione delle Associazioni Trifulau Piemontesi Mario Agostino Aprile.

 Il 2017 sarà certamente ricordato come un anno molto complicato per il tartufo bianco, per aspetti in parte dovuti ad un  clima assolutamente particolare che non ha certo favorito lo sviluppo del tartufo, ma anche per negligenze attribuibili a coloro che dovrebbero invece avere a cuore questo prodotto unico nel suo genere. Esaminiamone gli aspetti principali che hanno caratterizzato l’anno appena passato.

Produzione del tartufo.

Le previsioni di inizio autunno che temevano una scarsa produzione del tartufo bianco d’Alba, a seguito dell’eccezionale siccità estiva, sono state confermate. Mai si era registrato negli anni passati una così scarsa presenza del tartufo sull’intero territorio piemontese! Si sono salvate solo alcune aree a macchia di leopardo dove, non si sa bene perché (e questo è anche la bellezza misteriosa del tartufo) sono stati comunque ritrovati ottimi e profumatissimi esemplari di tartufi bianchi. Nel complesso però il clima avverso ha fatto registrare una stagione che ha dimostrato ancora una volta come il nostro prezioso fungo ipogeo sia legato al tipo di acqua e umidità che si sviluppano nel corso dell’anno. Dati i cambiamenti climatici in atto, c’è di che essere molto preoccupati.

Salvaguardia del patrimonio tartufigeno.

Il 2017 doveva essere l’anno nel quale venivano ripresi gli indennizzi per le piante tartufigene salvate dagli abbattimenti indiscriminati, un modo consistente per salvare il patrimonio tartufigeno piemontese. Lo prevede una bella legge regionale che ha a cuore gli alberi che producono i preziosi tartufi, ma che di fatto trova ostacoli nell’operatività. Come Unione, abbiamo lottato perchè venissero ripresi gli indennizzi ai proprietari che si impegnano a tenere in piedi gli alberi a vocazione tartufigena, abbiamo seguito le domande presso i vari Comuni, nominato i rappresentanti nelle Commissioni agricole, fatto ripristinare gli stanziamenti per gli anni 2014\2016, avuto assicurazioni che tali indennizzi sarebbero arrivati entro il 2017. A tutt’oggi non abbiamo riscontri su trasferimenti effettuati ai proprietari ai quali spettano tali indennizzi. Sottolineiamo con piacere, al contrario, l’intraprendenza di molti sindaci roerini, con capofila Montà e Vezza d’Alba, che hanno deliberato un regolamento con il quale si tenta di limitare gli abbattimenti degli alberi tartufigeni.

Questione fiscale.

Il 2017 doveva essere l’anno nel quale questo annoso problema veniva finalmente risolto! Un anno e mezzo di incontri, dibattiti, gruppi di lavoro, discussioni fra Alba, Mondovì, Asti, Roma, Bologna, Orsogna…con impegno di tempo e di spostamenti assolutamente gratuiti. Alla fine si era giunti ad elaborare una proposta fiscale che accontentava tutti e che prevedeva: pagamento delle tasse da parte dei trifulau (!), tracciabilità del prodotto, possibilità da parte dei ristoratori di avere le pezze giustificative, possibilità da parte dei commercianti di tartufo di avere le fatture di carico, maggiore incremento per le Entrate tributarie. Su questo emendamento vi era pure il parere favorevole del mondo politico. Abbiamo seguito l’emendamento nei vari passaggi, dalla Commissione Agricoltura del Senato e della Camera a quelle del Bilancio, con la certezza che sarebbe entrato nella Finanziaria 2018. Due giorni prima dell’approvazione della Legge di Bilancio la doccia fredda: l’emendamento non è stato approvato! Ci dicono che i burocrati romani non hanno capito la cosa; noi non capiamo come chi ci governa non sia stato capace di convincerli del contrario. Dovremo riprendere il tutto con il prossimo Parlamento; ma intanto passeranno altri mesi, altri anni, forse un’intera Legislatura!

Anche se dunque vi è poco di cui rallegrarsi, anche quest’anno ci ritroveremo a festeggiare i nostri amici più fedeli il 14 gennaio nel tradizionale raduno dei trifulau a Canale. L’invito è rivolto a tutti i cercatori piemontesi, per una giornata di festa, amicizia e di riflessione per le battaglie future.

 

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