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Tullio Solenghi e Massimo Lopez al Sociale con le loro celebri imitazioni

Solenghi e Lopez al Sociale con le loro celebri imitazioni

INTERVISTA Il teatro Giorgio Busca di Alba presenterà – il 25 e 26 gennaio alle 21 – due icone dello spettacolo in Massimo Lopez & Tullio Solenghi show. I due artisti saranno accompagnati dalle musiche della Jazz company diretta da Gabriele Comeglio. Venerdì, alle 18, i due protagonisti incontreranno il pubblico nella sala retrostante del teatro.

Solenghi, ci può anticipare qualcosa dello spettacolo?
«In verità veniamo ad Alba per il tartufo. Solo per quello. Poi incidentalmente faremo anche uno spettacolo. Ma la ragione per cui veniamo è il tartufo, e il vino ovviamente. Scherzo, sarà un grande show».
In che senso “grande”?
«È una sorta di rivisitazione del nostro percorso, il marchio di fabbrica, la nostra denominazione di origine controllata. Ci saranno monologhi e duetti, pezzi cantati e suonati. L’accompagnamento dei musicisti è fondamentale. Molte saranno le citazioni dello storico trio composto da me, Lopez e Marchesini».
È vero che ci sarà anche la parodia del Papa?
«Di due papi: Bergoglio e Ratzinger. Quando mettiamo in scena questo dialogo rischiamo sempre di non arrivare alla fine, di solito scoppiamo a ridere e non riusciamo a smettere. Sarà divertente».
A proposito dell’ironia indirizzata su personaggi pubblici: come comici non avete mai utilizzato la satira a fini di critica politica o sociale, non è vero?
«E come potremmo fare? I personaggi politici oggi alla ribalta sono la satira di sé stessi. Provvedono già da sé a mettere sul palcoscenico un’auto-caricatura».
Che cosa intende dire?
«Impossibile prendere in giro Trump o il presidente della Corea del Nord. Sembra facciano già di tutto per rubare il lavoro ai comici che un tempo vivevano grazie alle loro imitazioni! Per quanto ci riguarda non abbiamo mai utilizzato la satira a fini di critica sociale non perché abbiamo meno etica di altri, ma perché riteniamo si tratti di una scelta privata e non ci piace utilizzare il palcoscenico per lanciare messaggi».

Marco Giuliano

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