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Bra: il Centro interparrocchiale pensionati rivuole i propri locali

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BRA Il Centro interparrocchiale pensionati (Cip) braidese, costituito nel 1991, fu ideato dall’allora parroco don Lino Fieschi, che mise a disposizione i locali in disuso della canonica della parrocchia di San Giovanni Battista. Il gruppo di volontari, guidati dal primo presidente Franco Rossetti, portò avanti i lavori di riassetto delle camere assegnate, costruendo i servizi, sostituendo gli impianti elettrici e di riscaldamento, ripristinando pareti, pavimenti, porte e finestre.
Le finalità del centro non si sono fermate all’aspetto ludico: i soci hanno infatti organizzato viaggi culturali, concerti, balletti, soggiorni marini, hanno curato due adozioni a distanza di bambini, gestito incontri quindicinali con relatori qualificati. Nel 1995 si superarono i 500 iscritti, che chiesero anche un campo da bocce, una sala biliardo e un gazebo esterno.
Con il lavoro di molti, tutte le richieste furono esaudite. Raccontano i soci: «Quando però tutto era sistemato, ci vennero richiesti i locali che avevamo preparato, perché servivano per il catechismo. Allora, don Enzo Casetta, ci propose di utilizzare quelli antistanti. Erano in pessimo stato, con tutto da rifare. Ma ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo nuovamente rimesso tutto in ordine». Oggi il Cip sta vivendo un momento di grave difficoltà. Continuano gli iscritti: «Il parroco, don Gilberto Garrone, qualche tempo fa, ci ha richiesto la sala biliardo per trasferire l’ufficio parrocchiale, temporaneamente inagibile a causa di instabilità del soffitto di quello utilizzato. Purtroppo però è stato fatto nulla per mettere in sicurezza l’ufficio, anzi l’alloggio soprastante è ora dimora di una famiglia di cinque persone».
E concludono: «È stata poi allestita una cucina industriale (non utilizzata) per la mensa sociale, ma i pasti arrivano dalla mensa scolastica. E noi abbiamo perso il locale e il biliardo e la sala polivalente, diventata magazzino del market solidale. Il bagno, costruito da noi, è stato chiuso da una paratia fissa; adesso per usufruire di un servizio dobbiamo attraversare il cortile anche con neve e pioggia. I 225 iscritti, tutti anziani, hanno perso il gioco da bocce, il biliardo, i locali d’incontro e la fiducia nella gestione parrocchiale. A onor del vero, don Garrone ci ha proposto di trasferirci a Bandito, località impossibile da raggiungere da parte dei più».
Replica il parroco don Gilberto: «In realtà i nostri amici pensionati hanno il loro salone disponibile ogni martedì e giovedì pomeriggio. Negli altri orari lo utilizziamo come sala d’attesa per le mamme con bambini che aspettano di accedere al market solidale oppure per il catechismo. E ci preoccupiamo anche di farlo trovare nelle migliori condizioni di ordine e pulizia. Risulta evidente che in una parrocchia i locali devono avere una polivalenza per soddisfare le varie esigenze che ci sono».

v.m.

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