ELEZIONI Parliamo col candidato del collegio uninominale della Camera per la lista Potere al popolo, Giorgio Crana. Correrà insieme a Laura Pezzato, candidata per il collegio plurinominale. Potere al popolo è un progetto nuovo, nato con l’intento di “raccogliere” gli elettori di sinistra scontenti delle esistenti proposte partitiche.
Partiamo da lavoro e occupazione. Quale la posizione della lista di Potere al popolo, Crana?
«Per realizzare la piena occupazione è indispensabile l’abolizione dell’obbligo al fiscal compact introdotto in Costituzione, quindi l’abolizione della legge Fornero e del jobs act. Diremo no alla precarizzazione e sì alla riduzione della fiscalità sul lavoro. Vorremmo un piano industriale che preveda investimenti adeguati in settori individuati come strategici per la nostra economia, prevenendo fenomeni quali la delocalizzazione. No alla privatizzazione dei servizi al cittadino e netta separazione tra pubblico e privato (per esempio scuola e sanità). Infine un adeguato sistema di vigilanza per colpire l’evasione fiscale e la mala amministrazione».
Temi che si collegano bene al concetto di famiglia, struttura portante del Paese dal punto di vista sociale. Avete progetti in cantiere su questo fronte?
«In qualunque modo si costituiscano, le famiglie sono il nucleo fondante della società. In considerazione del preoccupante calo demografico vorremmo attuare politiche di sostegno sia economico che sociale, con particolare occhio di riguardo agli obblighi parentali (orario di lavoro, part time, servizi sociali, assegni familiari, incentivazioni, copertura contributiva garantita del genitore che si dedica esclusivamente alla cura dei figli fino alla maggiore età, ius soli)».
Un ultimo nodo dolente del dibattito pubblico è quello dell’immigrazione.
«Su questo fronte vorremmo il superamento della gestione emergenziale, militarizzata e “straordinaria” dell’accoglienza, proponendo – a partire dal modello Sprar – centri di piccole dimensioni, gestiti dal pubblico e che permettano a chi arriva in Italia percorsi autonomi di inserimento abitativo, sociale, lavorativo, indipendentemente dal loro status giuridico. Infine vorremmo garantire il rispetto dei tempi procedurali per la regolarizzazione dello status giuridico dei rifugiati».
Matteo Viberti