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Perché acqua si traduce eva in piemontese? Scopriamolo con Paolo Tibaldi

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ABITARE IL PIEMONTESE

Eva: Acqua, verderame, compagna di Adamo

Il nostro corpo, così come il nostro pianeta, è composto per il 75% da acqua, sostanza imprescindibile per la vita. Ma quanti di noi è già capitato di dire o udire “Vag a dè ȓ’eva ‘nt ij fiȓàgn” (vado a dare il verderame nei filari). In questo caso la parola “eva” sostituisce semplicemente “verderame”, pozione con cui si proteggono alcune vegetazioni. È chiaro che alle vigne non si possa “dare l’acqua”, ossìa bagnarle come le verdure dell’orto, ma in questo caso si usa “eva” per descrivere il miscuglio di verderame (da distribuire con una macchina a zainetto, oppure con un trattorino dotato di diffusore).

“Eva” è anche sinonimo di un termine un po’ indiscreto; infatti quando scappa un po’ di “pipì” e ci si trova in contesti formali, si dice di andare “a fé na stissa d’eva” (a fare una goccia d’acqua). La stessa cosa vale per “eva d’odor“, variante di acqua che significa “profumo”.

“L’acqua è la sostanza da cui traggono origine tutte le cose”, sostiene qualcuno in maniera tanto spirituale, quanto scientifica. E bene, non a caso è probabile il legame tra la biblica donna di Adamo, Eva, e l’eva piemontese… sostanza inodore e incolore che dà la vita. La sensibilità della lingua piemontese tocca anche questo aspetto delicato, con raffinata grazia.

Ancora, non a caso, quando un mammifero sta per partorire, si dice che “rompe le acque”, per indicare la rottura della membrana amniotica. E quando qualcuno è in disgrazia o a mal partito? Gli si dice: “E-t’sèi pròpi giù da ȓ’eva”. In alcune zone piemontesi, ahinoi, ha preso il sopravvento qualche italianismo e, per forza di cose, si sente pronunciare nel bel mezzo di una frase piemontese la parola “acqua”. Ma la radice della parola piemontese “eva” la troviamo nella lingua d’oïl ewe.

E giacché la gestione dell’acqua sia argomento di discussione piuttosto attuale, mi piace augurarvi buona continuazione di settimana così, con una citazione del Maestro Claudio Abbado: “La cultura è un bene comune primario come l’acqua; i teatri, le biblioteche e i cinema sono come tanti acquedotti.

Paolo Tibaldi

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