Questi fantasmi! Marco Tullio Giordana porta De Filippo a Bra

Questi fantasmi! Marco Tullio Giordana porta De Filippo a Bra

L’INTERVISTA Venerdì al Politeama uno dei capolavori del grande drammaturgo
Marco Tullio Giordana è nato nel 1950. È un regista e sceneggiatore. Ha vinto quattro David di Donatello; tra questi uno per la migliore sceneggiatura, uno per la miglior regia e uno per il miglior film. Nel 2003 ha realizzato il celebre lavoro in sei puntate televisive La meglio gioventù; venerdì 16 febbraio (alle 21) porterà nel Politeama Boglione di Bra lo spettacolo Questi fantasmi!, tratto dalla commedia capolavoro di Eduardo De Filippo.

La commedia di De Filippo ha una trama particolare, a metà tra il comico e l’inquietante. Cosa la colpisce?
«Il protagonista è Pasquale Lojacono, che prende in affitto un appartamento a Napoli. Un’abitazione grande, di diciotto stanze. Pasquale non paga l’affitto perché sulla casa girano voci di fantasmi e il proprietario non riesce ad affittarla a nessuno. Vengono stabilite regole precise, che Pasquale deve seguire per dimostrare l’inesistenza di spettri. Emerge dal testo non solo la Napoli grandiosa e miserabile del dopoguerra, la vita grama, la presenza liberatrice e dominatrice degli Alleati, ma anche un sentimento che ritrovo intatto in questo tempo, un dolore che non ha mai abbandonato la città e insieme il suo controcanto gioioso. A poco più di un anno dalla scomparsa di Luca De Filippo, figlio di Eduardo, questo lavoro ha per me un alto valore affettivo».

Fantasmi, menzogne, credenze popolari. Dentro la trama si cela un insegnamento applicabile alla realtà odierna?
«Sovente le persone tendono a credere più volentieri a un mondo illusorio che alla realtà. Sono altamente suggestionabili, propendono ad affidarsi a “pifferai magici” che promettono ciò che non possono mantenere. Non è colpa di questi abili mentitori, perché in fondo non fanno altro che il loro lavoro. È invece responsabilità degli stupidi che credono al gioco delle tre carte e si lasciano circuire».

Si riferisce all’attuale campagna elettorale?
«No. Siamo in perenne campagna elettorale, quindi sarebbe riduttivo riferirci soltanto a questo periodo storico quando parliamo di vulnerabilità alla persuasione. Piuttosto, penso che ci siano commedie che durano nel tempo per una ragione. Il successo di Questi fantasmi! non è casuale. Racconta una storia importante e attuale, intrecciata all’identità e alla vulnerabilità di molti».

La forma espressiva del teatro non è così usuale per lei, che ha dedicato la sua carriera al cinema. Quali le differenze che ha sperimentato tra i due stili narrativi?
«Teatro e cinema sono due universi separati, se non per il fatto che in entrambi si lavora con e sugli attori. Sebbene gran parte della mia carriera abbia conosciuto sviluppi ed evoluzioni nel cinema, sono affezionato al teatro perché non è vincolato dal ritmo e dai limiti di tempo propri dello schermo. È anche possibile effettuare un lavoro profondo sugli attori, inducendoli a dare tutto a livello espressivo ed emotivo».

Matteo Viberti

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