Acqua, la scelta della Granda vale tre miliardi in trent’anni

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ATO Giovedì 8 marzo. Una data che potrebbe entrare nella storia della Provincia di Cuneo. Nella sala Einaudi in via Nizza a Cuneo si daranno appuntamento i 23 referenti dell’Autorità per l’adozione del piano per la gestione del ciclo idrico nell’Ambito territoriale ottimale (Ato) 4, corrispondente alla Granda. Un piano che vale oltre tre miliardi di euro per trent’anni e che regola gli investimenti sul ciclo idrico.

Subito dopo si terrà l’assemblea dei 250 sindaci dell’Ato per raccogliere il loro parere sul modello gestionale. Nel 2015 la maggioranza degli amministratori optò per una soluzione totalmente pubblica con un nuovo gestore unico. A favore di questa soluzione si è espresso nei mesi scorsi il sindaco di Alba Maurizio Marello, mentre la presidente dell’Ato Bruna Sibille sembra aver aperto nelle ultime settimane a una gestione mista.

Il sindaco di Bra spiega: «Sul piatto di fronte ai sindaci ci saranno le tre opzioni: la gestione totalmente pubblica, quella mista pubblica e privata e quella totalmente privata: tutte e tre possono reggere il piano economico previsto nel Piano d’ambito. I sindaci nel luglio del 2015 si espressero a favore di una soluzione “in house”, una posizione che potrebbe essere confermata o ribaltata. Chiederò loro di votare in coscienza la soluzione che ritengono migliore: sono sicura che siamo in buone mani».

Le premesse sono incoraggianti: «Nell’assemblea del 5 febbraio in cui sono state esaminate tutte le 120 osservazioni presentate dai soggetti portatori di interesse al nuovo Piano d’ambito che avrà valenza fino al 2047 erano presenti oltre il 91 per cento degli aventi diritto (assenti l’Area omogenea del Roero e l’unione montana Alta Langa, nda): si tratta di un record da quando esiste l’Ato 4. Un dato che fa capire l’interesse e la serietà che i sindaci hanno messo in campo per l’approvazione del piano», precisa Sibille. «Tutte le osservazioni dei Comuni sono state accolte o parzialmente accolte e votate unanimemente. Bocciate solo alcune osservazioni presentate da Confindustria e da gestori privati attuali».

L’accoglimento delle osservazioni incrementa leggermente il piano degli investimenti, da 717 a 724 milioni di euro: «Si tratta di un incremento sostenibile spalmando gli interventi nei trent’anni della gestione unica. Vorrei precisare che chi dice che il piano sarà uno strumento rigido e immutabile sostiene il falso: abbiamo previsto nei primi quattro anni oltre cento milioni di euro di interventi e un piano piuttosto preciso, anche se non categorico, mentre nei restanti 26 anni sarà possibile valutare via via gli interventi più urgenti e quelli procrastinabili».

Sibille conclude togliendosi un sassolino dalla scarpa, al termine di mesi di dure polemiche in modo particolare con Confindustria: «Ricordo che negli ultimi dieci anni gli investimenti sono stati pari a 21 euro per abitante all’anno, nel nuovo Piano d’ambito ne sono previsti oltre quaranta, quasi il doppio».
Ora non resta che attendere l’8 marzo per sbrogliare una matassa ancora ingarbugliata. Si comincerà alle 14.30 con l’assemblea per l’approvazione definitiva del Piano d’ambito. Alle 16.30 le porte si apriranno ai 250 sindaci per la decisione sul modello gestionale. Comunque vada la provincia di Cuneo scriverà una pagina importante della propria storia e dei prossimi trent’anni nella gestione del ciclo idrico integrato.

Marcello Pasquero

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