Spiriti liberi: «I treni di Metrogranda sarebbero utilissimi»

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BRA Il treno come valida alternativa alla viabilità su gomma. Ne è convinto Gianni Rinaudo, anima del sodalizio braidese Spiriti liberi, da sempre sostenitore della necessità di rivedere il sistema di collegamento su rotaie in tutta la Granda.
Spiega infatti: «Nei prossimi mesi, con una situazione viaria molto complessa tra Bra e Cherasco a causa dei lavori, se fosse ancora funzionante il vecchio collegamento ferroviario Bra-Ceva molti problemi avrebbero una soluzione naturale. La Granda potrebbe diventare una piccola Svizzera, se non si accantonerà il progetto Metrogranda, come invece 30 anni fa si accantonò il progetto dell’ingegner Giuseppe Vassallo per la superstrada Asti-Cuneo».
Studiato dal Politecnico di Torino, il progetto Metrogranda ha l’obiettivo di mettere in comunicazione le sette sorelle della provincia, andando a servire con il treno un bacino di quasi 400mila cuneesi. Ancora Rinaudo: «Occorre operare per un progetto integrato dei trasporti, migliorando la qualità della vita di tutti e dei territori marginali in particolare. Sono decenni ormai che aspettiamo l’autostrada Asti-Cuneo, perennemente incompiuta».
Finanziato dalla fondazione Crc insieme a diverse città della provincia, il progetto potrebbe essere realizzato impiegando dei “tram-treno” che non richiederebbero strutture come le stazioni di un tempo, ma piuttosto semplici pensiline per le fermate, con l’installazione, lungo il percorso delle linee ferrate, di passaggi a livello che oggi si gestiscono con una tecnologia sperimentata. Gli stessi treni necessiterebbero di bassa energia; in caso di trazione elettrica, è stata studiata anche la possibilità di recupero dell’energia nelle fasi di frenatura dei mezzi.
Conclude Rinaudo: «Partendo dalla considerazione che gli incidenti stradali sono circa duemila volte più numerosi rispetto a quelli ferroviari e che i morti sull’asfalto sono circa sessanta volte più numerosi di quelli per incidente su rotaia, non c’è ragione per non avviare al più presto un tavolo di lavoro tra tutti gli amministratori della Granda, anche in relazione al fatto che l’ingegner Nicola Coviello del Politecnico ha confermato la sostenibilità finanziaria del progetto e la sua appetibilità anche economica».
Valter Manzone

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