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Un solo candidato per il consorzio Barolo e Barbaresco

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VINO Dopo  le dimissioni del presidente Orlando Pecchenino e del suo consiglio, il consorzio Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani sta per nominare le nuove cariche. L’assemblea è fissata per giovedì 5 aprile, alle 17, all’Ampelion, sede dell’organismo. In palio ci sono 21 posti: quello di presidente e 20 consiglieri, tra i quali il nuovo Consiglio sceglierà i due vicepresidenti. Le dieci denominazioni tutelate dal consorzio si dividono i posti a disposizione in base alla loro rappresentanza: Barolo, Barbera d’Alba, Dolcetto d’Alba e Langhe hanno tre posti ciascuno; Barbaresco e Dogliani due; Diano d’Alba, Nebbiolo d’Alba, Verduno e Alba uno.

Numerose candidature. Folti sono i gruppi di candidati, anche se va precisato che molti hanno proposto la candidatura per più denominazioni. In caso di elezione in più denominazioni, l’eletto dovrà scegliere la Doc o Docg da rappresentare. Globalmente i candidati sono circa 120, ma, togliendo le candidature ripetute, il numero scende in modo significativo. Va detto che l’attesa è tranquilla e costruttiva. In ogni caso, si tratta di un dato rilevante, che sottolinea quanto le 514 aziende aderenti abbiano a cuore questa struttura che ha origini lontane, addirittura risalenti al 1934. Inoltre, rivela un bel tasso di vivacità in un organismo che viene visto di solito come compassato. Molte sono le facce nuove, e questo potrebbe portare un rinnovamento alla guida del consorzio. Rinnovamento che è già sicuro per la carica di presidente. Nei tempi fissati (entro il 19 marzo) è stata presentata la sola candidatura di Matteo Ascheri, titolare di una storica azienda vitivinicola che ha sede a Bra e che ha una lunga tradizione produttiva nei vini di Langa e Roero.

Cinquantotto anni, da tempo alla guida dell’azienda di famiglia, Matteo Ascheri non è nuovo a esperienze istituzionali, avendo in passato ricoperto la carica di presidente dell’Unione produttori vini albesi, l’associazione che dal 1973 ripropone l’antica bottiglia Albèisa.

Le sfide future. È quindi molto probabile che il nuovo presidente del consorzio sia Matteo Ascheri. A lui e al nuovo Consiglio spetterà di proseguire il lavoro fin qui sviluppato, che riguarda quasi 10mila ettari di vigne tra Langa e Roero e una produzione complessiva di quasi 70 milioni di bottiglie.

Le sfide che attendono la nuova amministrazione sono numerose, ma si tratta comunque di temi di crescita e di guida dello sviluppo. Si va dalla gestione attenta delle denominazioni, inclusi i bandi degli impianti, alle questioni legate alla sostenibilità in un territorio patrimonio Unesco. Potrebbero, poi, valutare alcune modificazioni di disciplinare (ad esempio, Nebbiolo d’Alba, Barbaresco e Barbera d’Alba), oppure gestire il futuro della Doc Langhe sia per il suo contributo al processo di “nebbiolizzazione” del vigneto albese, sia per l’importanza che sta assumendo come denominazione nel suo complesso.

Senza dimenticare il rapporto, soprattutto per Barbaresco e Barolo, tra il cosiddetto “prodotto classico”, spesso frutto di assemblaggi di più vigneti, e quello legato alle Menzioni geografiche aggiuntive. Molti osservatori ritengono che il giusto rapporto tra questi due tipi di prodotti e la loro adeguata valorizzazione possano fare l’ulteriore fortuna dei due vini.

Giancarlo Montaldo

 

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