Ailanto: ha il paradiso nel nome ma è un albero infestante

Ailanto: ha il paradiso nel nome ma è un albero infestante

AMBIENTE L’ailanto è anche detto albero del paradiso, definizione benevola che poco ha da spartire con la sua natura. Ne è convinto Gabriele Mutti, cittadino albese che conduce, insieme ad altri volenterosi, una battaglia per sensibilizzare la collettività sui rischi derivanti dalla diffusione di questa pianta: «L’ailanto è pericoloso per la sua straordinaria capacità di germinazione. Sta progressivamente soppiantando le specie autoctone. Sottovalutare il fenomeno equivale a ignorare il manifestarsi del disastro ecologico per il nostro territorio».
L’ailanto è una pianta originaria delle zone tropicali dell’Asia e dell’Australia. La caratterizza una portentosa capacità di adattamento che va a discapito di altre specie vegetali. Inizialmente importato nel XIX secolo come pianta da utilizzare per far fronte all’epidemie che colpirono il baco da seta e ricavare la seta da un altro baco (Phylosamia cynthia) che si nutre delle sue foglie, l’ailanto si è agevolmente insediato sino a rappresentare una minaccia per la flora autoctona.
Spiega Mutti: «Si tratta di un albero dal valore economico quasi nullo. Ha semi potentissimi che gli consentono di radicarsi e svilupparsi molto rapidamente, a meno che l’uomo non intervenga con misure di contenimento. Per quanto riguarda la zona di Alba, le nostre ricerche ci inducono a pensare che la pianta si sia diffusa a partire da Altavilla, per poi infestare numerosi fondi del territorio».
“Alba. L’ailanto, la pianta mostro che ci sta invadendo” è il nome di un gruppo Facebook che raccoglie documentazioni e commenti sul tema. Mutti è portavoce di una serie d’istanze: «Chiediamo all’Amministrazione di intervenire tagliando ed eradicando gli esemplari di ailanto. Sarebbe utile un’ordinanza che imponesse ai proprietari di terreni in cui prospera di tenere sotto controllo gli esemplari. Preservare la ricchezza botanica del nostro territorio è un dovere collettivo, ma occorre informare i cittadini, soprattutto attraverso i canali istituzionali».
Alessio Degiorgis

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