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Dopo i timori della grande crisi, l’occupazione ritorna a marciare

Dopo i timori della grande crisi, l’occupazione ritorna a marciare

ALBA «Incoraggianti»: ha definito così Giovanna Pentenero – assessore al lavoro e alla formazione professionale della Regione – i primi dati relativi all’andamento occupazionale del 2018 in Piemonte.

In base alle comunicazioni obbligatorie delle imprese, nei primi due mesi dell’anno le assunzioni sono aumentate del 19 per cento rispetto allo stesso periodo del 2017: se erano 98.105 a gennaio e febbraio dello scorso anno, sono passate a 116.733 nel primo bimestre del 2018. Nel Cuneese, in particolare, il dato è ancora più positivo, con le assunzioni passate da 17.260 a 21.320, pari a una crescita del 23,5 per cento. È il segno di un percorso di progressiva rinascita dalla crisi che, nel periodo tra il 2009 e il 2015, ha interessato oltre 2mila imprese e 53mila lavoratori piemontesi del settore industriale, che si sono ritrovati sottoposti a procedure di licenziamento collettivo.

Dopo i timori della grande crisi, l’occupazione ritorna a marciare

Sempre secondo i dati regionali, la disoccupazione ha toccato il suo picco in Piemonte nel 2014, con 225mila disoccupati, per poi ridursi in modo graduale e arrivare ai 180mila del 2017.

Sul fronte dell’occupazione, invece, il minimo è stato riscontrato nel 2017, con numeri che sono tornati a crescere senza però recuperare del tutto i livelli precrisi. In particolare, il 2017 sembra segnare l’anno della svolta, con una crescita del tasso di occupazione di quasi un punto percentuale, fino a sfiorare il 70 per cento nella fascia d’età tra i 20 e i 64 anni.

In parallelo, nello stesso anno si è registrato un lieve calo del tasso di disoccupazione, che è sceso dal 9,3 per cento del 2016 al 9,1 per cento del 2017. In questo quadro, bisogna ricordare che la provincia di Cuneo si colloca in una posizione privilegiata rispetto alla media regionale: nel 2017, il tasso di occupazione nella Granda era pari al 73,9 per cento e quello di disoccupazione al 6,1.

Francesca Pinaffo

Pentenero: stiamo accanto a over 50  e ragazzi a corto di alcune competenze

INTERVISTA Parliamo dei dati sull’occupazione con Giovanna Pentenero, assessore piemontese all’istruzione e al lavoro. Su quali aspetti ha deciso d’intervenire la Regione, assessore Pentenero?

Gli auguri dell'assessore all'istruzione Pentenero ai maturandi

«Una delle grandi criticità individuate nel mercato del lavoro è riconducibile alla difficoltà delle aziende a reperire molte figure specializzate. Ci sono giovani e adulti con bassi livelli di qualificazione, che per questo rischiano di non riuscire a inserirsi in maniera stabile nel nostro sistema produttivo.  La Regione Piemonte vuole contribuire a colmare  la distanza che esiste tra le competenze acquisite dalle persone nel loro percorso formativo standard e le esigenze odierne delle imprese. L’offerta triennale per questo comprenderà  corsi di formazione e vari laboratori, erogati dagli enti formativi selezionati con l’apposito bando pubblico.  Sarà una reale opportunità, preziosa per i giovani  che faticano a trovare un’occupazione, e per  gli over 50 che hanno perso  il loro posto di lavoro e sono lontani dalla pensione».

Come si intenderanno  i percorsi di qualificazione professionale per chi  ha perso il lavoro?

«Saranno percorsi di breve durata, di circa trecento ore, tarati sulle nuove esigenze  delle persone in carico ai servizi per l’impiego, oppure mirati ai lavoratori coinvolti in crisi aziendali. L’obiettivo che ci poniamo, con l’aggiornamento delle loro competenze, è di sostenerne la permanenza nell’azienda in cui operano o reinserirli in altre attività».

E per quanto riguarda le fasce più vulnerabili, a quali attività si pensa?

«A percorsi finalizzati alla qualifica, a specializzazioni professionali, o a validare le competenze delle persone. Nella maggior parte dei casi, la formazione prevederà un periodo di stage in azienda, così da favorire lo sviluppo di nuove professionalità spendibili sul mercato. In parallelo potranno anche essere attivati laboratori  di rinforzo della lingua italiana, destinati in modo particolare agli stranieri che abitano il territorio».

f.p.

In arrivo 51 milioni di euro per nuovi percorsi professionali

E proprio dalla Giunta regionale è arrivato il via libera a un nuovo fondo per tentare di combattere la disoccupazione, che accende i riflettori sul rapporto che intercorre tra la ricerca di un lavoro e la formazione necessaria per intercettare le richieste del mercato. Si tratta di uno stanziamento di 51,5 milioni di euro, validi per il triennio tra il 2018 e il 2021, ricavati dal fondo sociale europeo. La cifra servirà a finanziare l’aggiornamento delle competenze delle persone ora disoccupate,  in possesso di qualifica, di diploma oppure di laurea, interessate a specializzarsi in un determinato ambito. Potranno accedervi anche disoccupati che intendono conseguire un’abilitazione professionale, così come  le fasce ritenute vulnerabili quali detenuti, disabili e stranieri, per i quali verranno finanziate attività per l’inclusione. La novità  – con uno stanziamento complessivo di 9,5 milioni di euro – sono i percorsi brevi per la ricollocazione di persone che hanno perso il lavoro, inserite nelle misure di politica attiva o provenienti da aziende in crisi. Il bando, rivolto agli enti accreditati dalla Regione, verrà diffuso tra qualche settimana.

Le aspettative sono elevate, dal momento che con la precedente direttiva sono stati attivati 640 corsi, ai quali hanno partecipato più di diecimila persone: il 91 per cento di queste ha concluso il percorso e il 60 per cento ha trovato lavoro entro un anno.

f.p.

 

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