Legalizzare non vuol dire favorire il consumo

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IL COLLOQUIO Leopoldo Grosso è psicologo e psicoterapeuta, presidente onorario del gruppo Abele e autore di pubblicazioni in materia di dipendenze e consumi. Il 31 maggio alle 18.30, in via Sestriere 34 a Torino, presenterà il libro Questione cannabis (edizioni gruppo Abele). Tra quanti hanno contribuito alla stesura del volume, spicca il nome di Roberto Saviano.

Parliamo di cannabis leggera, oggi venduta nei negozi. Cosa ne pensa, Grosso?

«Il principio attivo di questa sostanza è tendente allo zero. Il fattore che riscontriamo è che, nonostante il prezzo elevato e il principio attivo molto contenuto, si registri una crescente domanda. Significa che esiste un diffuso bisogno di legalità. Questo avviene anche se resta molto facile procurarsi cannabis ad alto contenuto di Thc sul mercato nero: quindi quella dei consumatori è una scelta precisa. Una delle ragioni è la volontà, da parte delle persone, di minimizzare il rischio di perdere la patente e di evitare l’incorrere nelle pratiche delle Prefetture, quando i consumatori vengono trattenuti a causa di piccole quantità utilizzate a scopo personale».

Legalizzare non vuol dire favorire il consumo
Leopoldo Grosso.

Lei vede la legalizzazione come un fatto positivo?

«Premesso che essere a favore della legalizzazione non vuol dire essere a favore del consumo (se i ragazzi non fanno uso di cannabis, è sicuramente meglio), il circuito della legalità potrebbe portare molti vantaggi. Si sottrarrebbero soldi e potere alla criminalità organizzata, che oggi gestisce il mercato nero della cannabis, e non si incorrerebbe nel rischio d’incrementarne il consumo. L’esperienza olandese lo insegna: la legalizzazione ha implicato un incremento dell’utilizzo di cannabis nei primi momenti dopo l’approvazione della legge, poi il fenomeno è rientrato tornando sui livelli di consumo precedenti».

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Però ci sono anche i rischi, non le pare?

«Sì, la legalizzazione non deve diventare un pretesto per lo Stato per fare cassa. Secondo l’ultimo rapporto governativo sui potenziali rischi legati al consumo di cannabis elaborato dal Canada (un Paese in procinto, nelle prossime settimane, di approvare la legalizzazione), le situazioni da monitorare con più attenzione sono tre: l’associazione tra cannabis e alcol; il rischio di tumore al polmone, se il consumo è sistematico e prolungato; il pericolo di un abuso nelle fasce evolutive – soprattutto tra i 13 e i 16 anni –, quando lo sviluppo cerebrale non è giunto a compimento e dunque risulta più vulnerabile».

s.e.

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