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Quando il vino diventa etico

Quando il vino diventa etico

CURIOSITÀ Sta emergendo, nello scenario mondiale del vino, un nuovo concetto correlato alla qualità del prodotto che si potrebbe definire certificazione etica. Negli ultimi anni c’è stato un forte interesse verso la certificazione ambientale, correlata alle scelte che si effettuano nel vigneto e in cantina per garantire il rispetto dell’ambiente. Oggi, però, sembra aver perso importanza. Tutti la mettono in pratica, quasi fosse routine, e perde interesse. Inoltre, non è facilmente controllabile la sua reale applicazione. Si parte con slogan di alto profilo, ma realizzarli è tutt’altra cosa.

Oggi, il mondo del vino si sta orientando alla certificazione etica. Sono due gli aspetti principali. Il primo riguarda la correttezza dell’azione imprenditoriale: rifiuto del lavoro minorile e di quello irregolare, correttezza verso i dipendenti, scelta dei fornitori o dei mercati (off-limits quelli di Paesi con regimi dittatoriali). Scelte alle quali i consumatori prestano attenzione. L’altra riguarda il giusto prezzo del prodotto. La tendenza è di avere vini di qualità assoluta, chiamata oggi “totale” (obiettivo ormai raggiunto da moltissime cantine), ma a un prezzo accettabile. Cifre esagerate, correlate a elementi effimeri, a personaggi per nulla carismatici, a zone di recente – e magari discutibile – vocazione, sono giudicati un controsenso da parte di molti consumatori.

In tema di certificazione etica va segnalata una bellissima esperienza vissuta ad Alba grazie all’interessamento di Armando Bianco, presidente della cooperativa per disabili Progetto Emmaus. In sala Beppe Fenoglio sono stati presentati alcuni vini legati a iniziative di solidarietà. Progetto Emmaus ha proposto tre Roero Arneis Docg “Ottomani”, ottenuti da vigneti di Santo Stefano Roero. La cooperativa Maramao di Canelli, era presente con quattro vini elaborati da richiedenti asilo e prodotti con uve di vigneti abbandonati e a rischio di degrado. Infine, è stato presentato il Valelapena, il vino prodotto dalle uve coltivate nel carcere di Alba.

La qualità dei vini in degustazione era ottima e il pubblico è rimasto colpito dagli interventi dei produttori, i quali hanno evidenziato i problemi e le difficoltà che incontrano carcerati, disabili o altre persone in difficoltà che offrono, volentieri e con entusiasmo, il proprio lavoro nel settore vitivinicolo. Siamo al massimo della certificazione etica.

Lorenzo Tablino

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