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Alba torna a sperare nel palazzo di giustizia (a Mondovì piacendo)

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IL CASO «Sono convinto che Cuneo possa tornare ad avere due tribunali, dopo la proposta inserita nel contratto del Governo giallo-verde, volta a riaprire alcune sedi dismesse. Se nella decisione peseranno i numeri, il bacino d’utenza, la storia, Alba non avrà rivali; se peserà la forza politica ci sono aree più forti». L’avvocato Roberto Ponzio non nasconde la speranza, ma non fa mistero del timore che altri ex tribunali della provincia possano ricevere una spinta maggiore.

Il pensiero, inutile negarlo, va a Mondovì, dove la presenza di un ex ministro – Enrico Costa – e di un senatore dell’attuale Esecutivo – la pentastellata Fabiana Dadone – potrebbero pesare per spostare l’ago della bilancia verso il Monregalese.

Il dossier redatto dagli avvocati Giancarlo Bongioanni e Roberto Ponzio, arrivato sul tavolo del ministro Alfonso Bonafede, racconta attraverso i numeri l’importanza del tribunale di Alba a livello regionale, provinciale e in rapporto ai 30 palazzi di giustizia soppressi negli ultimi anni (17 solo nel 2012). Il bacino è di 212mila abitanti, con la presenza di 6 multinazionali, 27mila imprese, tra cui 8mila aziende agricole.
I costi annuali del tribunale sono quantificati in 223mila euro contro 1,9 milioni di ricavi, tanto da posizionare il tribunale albese ai vertici di virtuosità a livello nazionale. Facendo un confronto tra i 30 soppressi, solo Vigevano e Pinerolo avevano un bacino superiore: il palagiustizia albese ha un territorio più vasto di Saluzzo (130mila utenti) e Mondovì (101mila). Per numero di procedimenti il tribunale nostrano è superato solo – tra i “tagliati” – da Lucera, Chiavari e Rossano.

Su 17 tribunali soppressi nel 2012 sette si trovano in Piemonte e ben tre – Alba, Saluzzo, Mondovì – sono in provincia di Cuneo. Se il Governo ne riaprirà alcuni è facile ipotizzare che possa partire dalla regione più penalizzata.

Nel Consiglio comunale albese di martedì 31 luglio era iscritto un ordine del giorno redatto dal Tavolo delle autonomie (con una modifica richiesta dai consiglieri Emanuele Bolla e Sebastiano Cavalli). Il documento, poi sottoscritto dai Comuni di Langa e Roero, verrà inviato al ministro per chiedere il rispetto del contratto di Governo.

Ma può esserci davvero la svolta? L’ultimo presidente dell’Ordine degli avvocati albesi, Giancarlo Bongioanni, risponde: «Non mi illudo, ma ci spero. Il fatto che nell’accordo di Governo sia scritta nero su bianco l’intenzione di ritornare a una giustizia di prossimità fa ben sperare. Il tribunale di Alba era il quarto per mole di lavoro tra i 17 del Piemonte. Non andava soppresso, ma vi fu chi remò contro e spinse verso il mantenimento di altri palazzi di giustizia della Granda, con il risultato di perderli entrambi. La riforma che ha portato da 4 a uno i tribunali cuneesi ha già avuto effetti disastrosi. Basti pensare che nel Molise per 313mila abitanti sono attivi ben tre tribunali, mentre nella nostra provincia ce n’è uno per 600mila persone».

Dall’avvocato Roberto Ponzio arriva l’appello all’unità: «Sono convinto che qualcosa succederà. Non verranno riaperti tutti i 30 tribunali, ma solo 5 o 6, i più efficienti. Alba ha i numeri per entrare nel novero di questi ultimi, ma politicamente ci sono altre zone più forti e questo potrebbe penalizzarci. Serve qualche politico che voglia fare una vera battaglia: basti pensare a Cassino che, con un bacino di un terzo rispetto ad Alba, ha mantenuto l’amministrazione della giustizia, minacciando di restituire la medaglia d’oro al valor militare».

Marcello Pasquero

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