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L’ultimo lotto dell’Asti-Cuneo deve essere tangenziale, non autostrada

Giovanni Monchiero torna a interrogare il ministro Delrio sull'Asti-Cuneo
Oggi a Cherasco l’autostrada finisce… in un campo.

CUNEO Le associazioni della Granda Pro Natura, Legambiente, Forum per il paesaggio e Forum mobilità propongono di completare l’Asti-Cuneo con un tratto di superstrada tra Roddi e Cherasco.

«Non perdiamo tempo: da trent’anni i sostenitori dell’autostrada Asti-Cuneo usano questo argomento per mettere a tacere chi avanza obiezioni. Ma è successo che oggi (passati trent’anni) abbiamo solo alcuni pezzi di un’autostrada costruita per i quattro quinti con fondi pubblici: con quei soldi lo Stato avrebbe potuto costruire l’intera superstrada!», spiegano le associazioni in un cominciato stampa che, dopo un dettagliata analisi delle vicissitudini del collegamento giunte a una conclusione: «Oggi possiamo almeno evitare l’ultima fregatura. Il lotto mancante è un tratto che collega un’autostrada (la A33) a una superstrada (la tangenziale di Alba). Può servire a collegare Alba e Bra al nuovo ospedale di Verduno: già questo basterebbe a consigliare una superstrada senza pedaggio».

«L’ipotesi progettuale esistente prevede la costruzione di un mostruoso casello, denominato Alba Ovest, che dovendo ospitare le barriere per i pagamenti occupa una superficie enorme in un territorio molto delicato tra la collina e la riva destra del Tanaro, all’interno della buffer zone individuata dall’Unesco come patrimonio dell’umanità», aggiungono le associazioni.

Nei progetti esistenti il tunnel di Verduno dovrebbe essere così.

«Insistere sul volere l’autostrada in quel tratto non ha alcun senso. Chi lo sostiene usa un solo argomento: non modifichiamo nulla di quanto stabilito perché perderemmo altro tempo. Se anche fosse vero, varrebbe la pena di spendere tempo per evitare un disastro e un danno per i cittadini. Ma non è vero. Il tratto da progettare ex novo (lato Cherasco) richiederà mille attenzioni perché si trova in una zona problematica da mille punti di vista, in particolare da quello idrogeologico. E il progetto esistente per il tratto dalla parte di Alba non potrà essere utilizzato così com’è. Saranno necessarie comunque modifiche per adattarlo alla rinuncia al tunnel. In più i tempi per la progettazione e la costruzione di una superstrada saranno certamente più rapidi di quelli necessari per un’autostrada».

«Chiediamo, per il bene dei cittadini e dell’ambiente, che il tratto II.6 sia costruito sotto forma di tratto superstradale», affermano in chiusura del comunicato Domenico Sanino di Pro Natura Cuneo, Bruno Piacenza di Legambiente Cuneo, Ugo Sturlese del Forum per il paesaggio Cuneo e Claudio Bongiovanni del Forum Mobilità Cuneo.

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