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Santo Stefano Belbo accorperà Camo?

Italia nostra: viaggio tra i ruderi in pericolo nelle Langhe e nel Roero

ENTI LOCALI L’annessione del Comune di Camo a quello di Santo Stefano Belbo: è stato questo il punto principale dell’ultimo Consiglio comunale santostefanese presieduto dal sindaco Luigi Genesio Icardi. Della fusione tra i due centri abitati, che distano non più di cinque chilometri, si parla da settimane, ma ora è arrivato il momento di passare dalle parole ai fatti. Spiega Icardi: «I consiglieri hanno votato all’unanimità l’indizione del referendum sulla fusione di Camo con Santo Stefano Belbo: si tratta di un’opportunità concreta per entrambi i Comuni che si avvantaggeranno dall’unione delle proprie forze».

Aggiunge Icardi: «Ora l’iter prevede l’indizione di un referendum consultivo che, secondo gli accordi con Camo, dovrebbe svolgersi a ottobre, in modo da essere pronti all’unificazione a partire dal primo gennaio del 2019».

Santo Stefano Belbo accorperà Camo?
Una veduta di Camo. Il paese dista cinque chilometri da Santo Stefano Belbo.

Se andrà in porto, l’accorpamento tra Santo Stefano e Camo sarà il primo tra paesi delle Langhe. Qualche anno fa si era parlato di accorpare Coazzolo con Neive oppure con Castagnole delle Lanze, ma l’operazione, dopo qualche riunione esplorativa, non andò avanti.

In provincia di Cuneo in questi mesi sono in fase di concretizzazione due fusioni: quella tra Busca e Valmala e quella tra Saluzzo e Castellar, mentre alle elezioni amministrative del 10 giugno, tra i Comuni piemontesi al voto ce n’erano quattro nati da accorpamenti: Alto Semenza e Cellio con Breia, nel Vercellese, e Alluvioni Piovera e Cassano Spinola, nell’Alessandrino.

Invece, qualche anno fa, a Vergne, era nato un comitato che intendeva far passare la frazione (divisa amministrativamente tra Narzole e Barolo) interamente sotto il paese langarolo, ma la cosa non andò in porto.

Fabio Gallina, Corrado Olocco

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