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Ad Alba il pane di san Teobaldo aiuta chi è nell’indigenza

Ad Alba il pane di san Teobaldo aiuta chi è nell'indigenza

ALBA Quando arrivo nei locali della parrocchia del duomo in via Vida, intorno alle 19.30, c’è già un gran movimento: il primo giro è già stato fatto e chi intende ritirare il pane un’ora più tardi ha consegnato la borsa, che troverà riempita. Il profumo di pane, pizza e brioche riempie la stanza e i volontari sono impegnati a suddividere i prodotti fra le borse, prestando attenzione alle esigenze religiose, culturali e di salute delle persone.

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È il Pane di san Teobaldo, iniziativa nata ormai tre anni fa richiamando l’opera del secondo patrono di Alba che aveva come peculiare impegno l’aiuto ai poveri nella distribuzione del pane, nel lontano 1100: «Abbiamo iniziato a seguito della segnalazione di un panettiere, Il forno di Marco Bosio, che aveva difficoltà nello smaltimento delle rimanenze a fine giornata: allora le borse che preparavamo e consegnavamo erano sei. Nel tempo hanno aderito altre panetterie: Al forno e Le spighe di piazza Rossetti, Tallone di via Paruzza, la Madia in piazza San Paolo, il Budego e La forneria di via Cavour, alcuni bar, altri fornitori come Eataly e singoli che portano anche frutta, vestiti, yogurt, sughi, a volte vestiti e giochi per i bambini», spiega don Lorenzo Costamagna mentre collabora con i volontari a preparare le borse da distribuire.

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«Col furgone che abbiamo acquistato facciamo due giri ogni sera e arriviamo fino alla panetteria di Borbore. Il mezzo non è l’ultimo modello ma serve benissimo allo scopo», sorride don Lorenzo. Le borse che vengono consegnate sono una trentina, grazie a una quindicina di volontari che ruotano tutte le sere, dal lunedì al sabato. «Molte sono famiglie in cui lavora una sola persona o nessuna, tanti sono stranieri – soprattutto macedoni, rumeni e marocchini – ma anche italiani, provenienti da tutta Alba: è anche un momento di incontro e di socializzazione e un modo di tuffarsi nella realtà di una città considerata benestante», afferma don Costamagna, sottolineando che grazie alla disponibilità e generosità dei panettieri e di altre persone non è mai mancato il pane da donare.

a.r.

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