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Arriva la stagione dei tartufi: circa 2 mila i tesserini rilasciati dalla Provincia

Se il tartufo non è più quello di una volta

CUNEO Dopo i funghi arrivano i tartufi e l’attività dei “trifolao” si preannuncia migliore rispetto agli ultimi due anni grazie all’estate umida che ha messo fine ad una prolungata siccità. La raccolta, che riguarda soprattutto il pregiato tartufo bianco (Tuber magnatum Pico) e in misura secondaria altre specie diffuse sul territorio regionale, sarà possibile fino al 31 gennaio.

Sono circa 2 mila i tesserini rilasciati dalla Provincia di Cuneo per la raccolta dei tartufi. L’ente si occupa di organizzare gli esami per l’accertamento all’idoneità necessaria per intraprendere l’attività di ricerca e di raccolta dei tartufi nelle zone libere. Sono esentati i raccoglitori di tartufi sui fondi di loro proprietà o da essi condotti e coloro che sono già muniti di abilitazione rilasciata da altre amministrazioni regionali o provinciali.

Al superamento dell’esame di idoneità si ottiene il tesserino che è valido per 10 anni rinnovabili e che attesta l’abilitazione alla raccolta dei tartufi su tutto il territorio nazionale.

La durata del tesserino (dal 1° gennaio al 31 dicembre) è subordinata al versamento annuale della tassa di concessione regionale (140 euro) da effettuarsi entro il 30 aprile alla Regione Piemonte.

Oltre al regime della zona libera, la raccolta del tartufo può essere esercita anche in regime di zona autorizzata , dove cioè la raccolta è riservata agli autorizzati che possono accedere sia a tartufaie controllate (cioè create a partire da un bosco naturale per aumentarne la produzione di tartufi), sia a tartufaie coltivate (cioè create con piante micolizzate).

La Provincia, tramite i suoi agenti di polizia faunistica, svolge anche funzioni di controllo sui tesserini, sulle modalità di ricerca e raccolta, lavorazione e commercializzazione dei tartufi. Sono previste pesanti multe per le violazioni delle norme in materia.

Infine, la Provincia di Cuneo partecipa alla Consulta regionale per la valorizzazione del patrimonio tartufigeno che prevede, tra le altre cose, il riconoscimento di un premio per ogni pianta tartufigena messa a dimora.

L’importanza del tartufo è evidenziata dall’indotto di numerosi raccoglitori e imprese di trasformazione e di commercializzazione del prodotto, che sovente viene esportato; inoltre sono sempre più diffuse sul territorio le iniziative legate a manifestazioni commerciali ed enogastronomiche pubblicizzanti il prodotto.

La Regione Piemonte, per tutelare il patrimonio tartuficolo, ha emanato delle norme tra le quali la legge regionale 16 del 25 giugno 2008 “Norme in materia di raccolta e coltivazione dei tartufi e di valorizzazione del patrimonio tartufigeno regionale” integrata da successive modificazioni.

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