Come si deve ascoltare la Parola del Signore?

UN PENSIERO PER DOMENICA – 2 SETTEMBRE – XXII TEMPO ORDINARIO

«Se conserverai la Parola di Dio, sarai conservato in essa»: in queste parole di san Bernardo c’è la chiave di lettura dei testi biblici della XXII domenica del tempo ordinario, in cui torniamo alla lettura del vangelo di Marco. Come ascoltare la Parola? La prima regola è lasciarla scendere nella concretezza della vita. La Parola di Dio non permette l’indifferenza. Sullo sfondo sono ancora presenti le tragedie che hanno segnato l’estate, dal crollo del ponte di Genova all’eterno dramma dei migranti, che hanno sollevato ancora una volta la domanda: dov’è Dio?

Dio è nella Legge. Il messaggio del Deuteronomio (4,1-8) può sembrare esagerato; in realtà nella tradizione di Israele la Legge è un segno della vicinanza di Dio al suo popolo. Uno dei risvolti del credere è questo: avere fede è sapere cosa fare della vita. Anche l’esperienza lo conferma: come un genitore può essere vicino ai figli per tutta la vita? Non fisicamente, ma cercando di trasmettere un senso della vita. Anche oggi, uno dei modi in cui Dio è vicino a noi sono leggi giuste e sagge, in grado di tutelare la vita. Non ha senso scaricare su Dio colpe nostre: inefficienza, menefreghismo, ricerca esasperata del profitto, imprudenza.

Come si deve ascoltare la Parola del Signore?
Gesù, i farisei e gli scribi, miniatura del XV secolo dal codice De Predis. Biblioteca reale di Torino.

No a un ascolto formale della Parola, quello denunciato da Gesù nel vangelo (Mc 7,1-23), nella lunga disputa con i farisei e gli scribi giunti in Galilea da Gerusalemme. Questi pensavano che il rispetto della legge consistesse nell’osservanza di una serie di pratiche esteriori, che definivano perfino il modo di lavarsi le mani e il numero di abluzioni che garantivano la purità. A questi «precetti di uomini» Gesù oppone il «comandamento di Dio», che è appello alla coscienza, il cuore dell’uomo.

La concretezza di Giacomo (1,17-27) ci inchioda alle nostre responsabilità. Se l’ascolto si fa solo con le orecchie, ci illudiamo di ascoltare. Ascoltare davvero è invece mettere in pratica la Parola. Ma qui il discorso si fa ancora più impegnativo e non permette nessun cedimento a uno spiritualismo disincarnato: «Visitare gli orfani e le vedove e non lasciarsi contaminare da questo mondo». Oggi diremmo: occhio ai poveri più poveri, attenzione alle tentazioni consumistiche e occhio alle fake news!

Lidia e Battista Galvagno

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