Fabio, il San Lazzaro e la maturità

Fabio, il San Lazzaro e la maturità

SCUOLA Il cantiere di Verduno è a buon punto e il prossimo dovrebbe essere l’anno del trasferimento al nuovo ospedale, ma un punto su cui ancora non ci sono certezze è quello delle modalità di riqualificazione degli edifici che attualmente ospitano i due nosocomi di Alba e Bra, un dubbio che molti si pongono, ma certo in modo particolare chi abita nelle zone circostanti. È il caso di Fabio Ambrogio, 19enne albese che ha voluto cimentarsi con un progetto di riqualificazione dell’edificio cui passa accanto sin da quando è nato: la tesina L’ospedale San Lazzaro di Alba. Passato, presente e futuro gli è valsa il punteggio di 100 alla maturità all’istituto Einaudi, nel corso di costruzioni, ambiente e territorio.

«Ringrazio Ferruccio Bianco dell’Asl per avermi fornito informazioni e dati preziosi e Bianca Roagna del centro studi Fenoglio che custodisce l’archivio dell’ospedale per la loro disponibilità», dice il giovane. Il risultato di questo lungo e approfondito studio è un’analisi dell’evoluzione storica dell’ospedale, sin dalle origini nel XII secolo, seguita da un dettagliato progetto, rispettoso del piano regolatore per il dopo Verduno.

Entro quale cornice si colloca il progetto?
«Il piano regolatore è chiaro e prevede la trasformazione da ospedale a centro direzionale, con appartamenti, uffici e negozi. L’idea è quella di conservare l’ala monumentale ottocentesca che porta la firma di un architetto tardo barocco di un certo spicco, il Conte di Robilant. Tra le destinazioni possibili nel mio progetto ho optato per l’ambito ricettivo, creando una struttura d’eccellenza per dare un’ulteriore opportunità a una città in cui il turismo è sempre più prospero».
Spiegaci il progetto…
«È prevista nell’ala monumentale la creazione di un albergo con 35 camere disposte su due livelli, gli attuali ammezzato e secondo piano, con fasce di livello qualitativo differenti, e i relativi servizi come cucine, sale da pranzo, sale relax e anche una piccola spa. Dove oggi sorge la parte realizzata dagli anni ‘60 sono ipotizzati altri due edifici a destinazione residenziale più uno stabile di un solo piano che darebbe vita a una terrazza pubblica, sotto cui sono previsti negozi, uffici e nei piani interrati un parcheggio da duecento posti. Dal punto di vista tecnologico ho previsto pannelli solari e termici sulle coperture dei due edifici di nuova realizzazione, una soluzione più ecosostenibile. Un punto forte del progetto è il verde pubblico: ho ipotizzato di “tagliare” l’area in due, creando un viale con una parte erbosa e una calpestabile».

Quanto costerebbe realizzare questo progetto?
«Il costo stimato è di circa 20milioni di euro, sette milioni più di quello stimato dall’Asl; sembra tanto ma la loro è una stima basata sulla superficie; nel mio progetto incide la realizzazione del grande parcheggio».

Come proseguiranno i tuoi studi?
«Mi sono iscritto ad Architettura a Torino».

Che cosa ti piace di quest’ambito professionale?
«La possibilità di creare o trasformare un luogo, che ne sono convinto, può migliorare anche la qualità di vita delle persone. In Italia l’architettura è legata al passato mentre in altri stati è più semplice trovare costruzioni moderne e contemporanee: sarebbe bello imparare a valorizzare gli edifici storici e costruire dando anche spazio alla creatività».

a.r.

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