Per il Moscato le prime indicazioni sono buone

Per il Moscato le prime indicazioni sono buone

VENDEMMIA Eravamo stati buoni profeti quando avevamo ipotizzato l’avvio della vendemmia 2018 nella seconda parte del mese di agosto. I fatti ci hanno dato ragione, se pensiamo che la maggior parte delle aziende che producono spumante con i classici Pinot nero, Chardonnay e altri ha avviato la vendemmia tra il 18 e il 20. Ci sono stati casi di partenze più anticipate, ma sono state delle eccezioni. Ci eravamo lasciati dopo aver raccontato l’andamento climatico tra novembre-dicembre 2017 e luglio 2018, parlando di situazione “continentale”. Il mese di agosto ha ribadito lo stesso stile, con qualche giorno in più di caldo, ma senza esagerare.

Le prime uve a essere vendemmiate sono state quelle bianche e nere per spumanti, sia per la Doc Piemonte che per l’Alta Langa. Quest’ultima denominazione ha iniziato a raccogliere le uve ottenute alle quote altimetriche più basse, mentre per le altitudini maggiori ci vorrà ancora qualche giorno. Con l’inizio di settembre, potrebbero partire anche le vendemmie delle uve bianche per la produzione di vini tranquilli. A tale proposito, si segnalano le prime avvisaglie di raccolta su Chardonnay e Sauvignon, mentre per Arneis e Favorita si annunciano tempi leggermente più lunghi. È probabile che, azienda per azienda, dopo aver iniziato con un determinato vitigno, poco per volta si proceda con quelli successivi, con poca discontinuità, visto che le condizioni di maturazione sono in genere buone. È chiaro che per i vitigni tardivi si ragionerà con altri tempi, anche in relazione agli sviluppi delle prossime settimane.

Un discorso particolare merita il mondo del Moscato. Ne abbiamo parlato con Romano Dogliotti, presidente del Consorzio dell’Asti. A parte qualche caso di vendemmia avviata tra il 25 e il 27 agosto, la maggior parte delle aziende hanno incominciato tra il 31 agosto e il 3 settembre. Visto che la data media di inizio vendemmia del Moscato nel passato oscillava tra il 7 e il 15 settembre, quest’anno si può indicare una precocità di 7 giorni o poco più. La realtà del Moscato annuncia una vendemmia con vari lati positivi di tipo tecnico-qualitativo. Prima di tutto, la maturazione delle uve: le condizioni appaiono buone, con gradazioni non esagerate e ottimi livelli di acidità. Note positive anche per il quadro aromatico, che presenta ottime condizioni. Non si sono più ripetute le condizioni climatiche di caldo estremo del 2017 e, quindi, non si presentano situazioni di appassimento delle uve. Inoltre, le escursioni termiche dell’ultimo periodo tra giorno e notte sono un eccellente viatico per una maturazione ottimale.
Qua e là si segnalano casi di marciume acido, ma questo non riguarda solo le uve Moscato. Esiste questo rischio soprattutto a seguito di danni da oidio o grandine, che possono aver lacerato l’acino favorendo ingresso e diffusione della botrite, responsabile di queste alterazioni. Come è logico, molto dipenderà dalla situazione climatica dei prossimi giorni e settimane. Se ci sarà un clima secco, questi pericoli saranno facilmente superati. Se, invece, la situazione volgerà verso la pioggia o un’elevata umidità, le conseguenze potrebbero essere problematiche.

Veniamo ai dati quantitativi: secondo le stime, il Moscato potrebbe avere una produzione oscillante tra i 100 e i 120 quintali di uva a ettaro. Va ricordato al proposito, che la resa fissata tra le parti per la vendemmia 2018 è indicata in 85 quintali più 15 quintali di blocage-deblocage. La rivendicazione potenziale, quindi, è di 100 quintali. Tutto il resto dovrebbe quindi defluire ad aromatico.

Giancarlo Montaldo

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