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Cheraschese realizza il suo sogno portando a termine il “Tor des Geants”

Cheraschese realizza il suo sogno portando a termine il "Tor des Geants"

TOR DES GEANTS Ha percorso 330 km di corsa fra i sentieri della Valle d’Aosta, sfiorando le vette della Valle d’Aosta, dal Bianco al Cervino, dal Gran Paradiso al Monte Rosa. Si è allenato correndo per andare al lavoro: 80 chilometri tra La Morra, Barolo e Serralunga

Cheraschese realizza il suo sogno portando a termine il "Tor des Geants" 1

Un anello di 330 chilometri e 24.000 di dislivello, in uno scenario senza pari, quello delle montagne più belle della Valle d’Aosta: il Tor des Geants più che una corsa è una sfida ai limiti dello sforzo umano per i coraggiosi e fortunati partecipanti che vi accedono tramite sorteggio, consci che di solito sono meno della metà i partenti che riescono a tagliare il traguardo. Dopo tre anni in cui la sorte non gli ha sorriso, il quarantenne di Cherasco Giorgio Pulcini quest’anno non solo ha realizzato il suo sogno di partecipare, ma lo ha anche coronato portando a termine il “trail” e classificandosi quarantaseisimo. Di fronte a un’impresa del genere, difficile perfino mettere in ordine le domande; ci abbiamo provato.

Giorgio, come è nata la tua passione per la corsa in montagna?

“Ho iniziato da ragazzino con le gare in “mountain bike” e dopo qualche anno di pausa ho cominciato a correre, inizialmente, nel 2012 su strada; poi la passione per la montagna ha trovato il suo sfogo in questo mondo, quello dei “trail” e della corsa in montagna, che sta anche diventando di moda negli ultimi anni.”

Quali i tuoi risultati più recenti?

“Nel 2017 sono stato il quarto classificato all’Ecomaratona del Barbaresco, di 42 chilometri, ottavo a Le porte di Pietra in Val Borbera, corsa di 70 chilometri, e ho ottenuto il centodiciassettesimo posto su 1300 al Lavaredo Ultra Trail, di 120.”

Rispetto a queste competizioni, com’è il Tor?

“Una gara importante e molto particolare perché è più lunga della maggior parte delle altre: serve una preparazione improntata sul fare un maggior numero di ore allenandosi sui terreni di gara in montagna, di giorno e di notte in quanto è in tappa unica: si parte la domenica e si arriva al traguardo nel minor tempo possibile, gestendosi eventuali pause e ore di sonno.”

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Come ti sei allenato?

“La preparazione è stata impegnativa: ho percorso 68.000 chilometri di dislivello, per un totale di 160 allenamenti nel 2018. Durante gli allenamenti estivi spesso venivo a lavorare di corsa, percorrendo, tra mattino e sera, circa 80 chilometri attraverso le colline della zona di La Morra-Barolo-Serralunga.”

Come si accede alla gara?

“L’iscrizione è aperta a un massimo di 750 partecipanti ogni anno, e si accede tramite sorteggio: mediamente sono anche più di duemila i prescritti, da tutto il mondo, e per tre volte non sono stato sorteggiato. Quest’anno sono stato “ripescato”, perché non tutti i sorteggiati confermano la partecipazione.”

Come hai vissuto la corsa?

“È stata una grande emozione: ho cercato di vivere questa esperienza al massimo, mettendo in secondo piano l’aspetto agonistico e in primo piano l’ambiente circostante e le persone che ci stanno intorno. È una manifestazione molto sentita dai valdostani, con tanti volontari, tantissimo tifo, bambini che ti aspettano, a ogni ora del giorno e della notte.”

Quanto è stato duro arrivare al termine?

“È significativo dire che siamo arrivati in 540 su circa 900 partenti, provenienti da 70 Paesi: ai sorteggiati si aggiungono infatti i cosiddetti “Top Runner” che non partecipano al sorteggio, e giornalisti accreditati. Il numero dei “finisher” è stato anche maggiore rispetto ad altre edizioni: è stato un anno particolarmente fortunato dal punto di vista del clima. Per quanto mi riguarda, sono partito domenica 9 settembre alle 12 e sono arrivato il giovedì alle 19, dormendo mediamente un’ora e mezza-due a notte e concedendomi qualche momento di pausa; sono arrivato quarantaseiesimo. Sono soddisfatto.”

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Ci sono stati momenti in cui hai dubitato di farcela?

“La prima notte, dopo una buona partenza, ho avuto qualche problema di digestione, un senso di nausea, non riuscivo a mangiare e bere e mi sentivo senza forze; mi sono fermato a riposare per  riuscire a ripartire. Ho sempre cercato di non vedere la sfida nella sua interezza ma di andare avanti per piccole tappe e mi sono sempre sentito supportato dalla mia famiglia e da tante persone che mi hanno seguito da casa”.

Cos’hai provato all’arrivo?

“Agli ultimi chilometri nonostante la stanchezza ci si sente rinascere: sono entrati in gioco l’adrenalina per l’essere arrivati e per il fatto di poter riabbracciare la mia famiglia, le bambine che non vedevo da praticamente cinque giorni. Una volta arrivato a casa ho fatto un po’ fatica a dormire nei giorni seguenti, a riprendere i ritmi abituali.”

Quali i tuoi prossimi obiettivi?

“Sicuramente per il prossimo anno correre l’Ultra Trail del Monte Bianco, gara considerata il campionato del mondo di “ultratrail”, con partenza e arrivo a Chamonix e che si sviluppa su un percorso da 170km intorno al massiccio del Monte Bianco. Il Tor era il mio punto d’arrivo, e mentre lo correvo mi sono giurato più di una volta che non l’avrei più fatto; però inizia già a mancarmi…”

A.R.

UN “TOR” SOSTENIBILE CON ERICA

La raccolta differenziata in occasione della manifestazione ha raggiunto il 91%

L’edizione 2018 del Tor des Geants è stata all’insegna della sostenibilità, grazie a un progetto realizzato da VDA Trailer insieme a Cooperativa ERICA e patrocinato dall’Assessorato attività produttive, energia, politiche del lavoro e ambiente della Regione Autonoma Valle d’Aosta e dal Ministero per l’Ambiente e la Tutela del Territorio e del Mare: al termine dell’evento la Cooperativa albese ha calcolato che la raccolta differenziata in occasione della manifestazione ha raggiunto il 91%.

“Da quando è iniziata la collaborazione con VdA Trailers sono stati fatti passi da gigante per quanto riguarda la gestione sostenibile del Tor des Géants e il successo della scorsa edizione è la prova che stiamo lavorando nella giusta direzione. Per questo abbiamo deciso di estendere il progetto di sostenibilità a tutte le manifestazioni organizzate da VDA Trailers. I dati sempre più drammatici di emissioni in atmosfera, quantità di plastica dei mari, dissesti idrogeologici e fenomeni atmosferici improvvisi e sempre più violenti a causa del cambiamento climatico ci impongono ancor più impegno e un passo deciso verso la sostenibilità”, dichiara Roberto Cavallo, amministratore di Erica ed eco-runner.

A.R.

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