Chirurgia toracica per la cura del polmone, Cuneo secondo centro in Regione

CUNEO Nel giro di poco più di due anni la chirurgia toracica dell’azienda ospedaliera Santa Croce e Carle di Cuneo, che è al servizio di tutta la provincia, è passata dalla quinta alla seconda posizione a livello regionale per operazioni al tumore de polmone: un risultato brillante per il direttore della struttura Giulio Melloni, che ha risposto alle nostre domande.

Può tracciare un bilancio di questo primo periodo a Cuneo?

«Sono qui da due anni e mezzo e il bilancio è pienamente positivo. Ho trovato un ospedale altamente efficiente e persone, dal direttore generale ai colleghi dei vari reparti, che hanno creduto in me e nella mia professionalità, ottenendo risultati estremamente positivi. La struttura ha notevolmente aumentato, rispetto al passato, il numero di interventi, diventando la seconda chirurgia in Piemonte per numero di operazioni eseguite nella cura del tumore del polmone: un risultato che non solo ci inorgoglisce ma che è importante perché la provincia di Cuneo deve poter contare su una Chirurgia Toracica moderna, efficiente e in grado di gestire alti flussi di pazienti».

Chirurgia toracica per la cura del polmone, Cuneo secondo centro in Regione
Giulio Melloni, direttore della chirurgia toracica all’ospedale Santa Croce di Cuneo

Quali novità sono state introdotte e con quali risultati?

«La più importante, soprattutto per i pazienti, è l’impiego di tecniche mini-invasive nell’esecuzione di interventi maggiori per la cura del tumore del polmone. Negli ultimi quindici anni la chirurgia toracica si è radicalmente trasformata e ha ridotto notevolmente la sua invasività; gli stessi interventi di lobectomia – asportazione di una parte del polmone – e di pneumonectomia – asportazione di tutto il polmone – che in passato si facevano attraverso lunghi tagli sul torace dei pazienti, divaricando le costole, possono oggi, in centri specializzati, essere eseguiti con piccoli tagli di 1-3 centimetri e senza alcuna divaricazione delle costole. Ciò comporta notevoli vantaggi per i pazienti, che hanno meno dolore, stanno per meno tempo in ospedale e sono in grado di riprendere in breve tempo le attività che svolgevano prima del ricovero. In questi ultimi due anni e mezzo abbiamo eseguito più di 170 interventi di lobectomia con tecnica mini-invasiva, con risultati in linea con i migliori centri italiani e europei».

E le altre patologie?

«Un’altra novità è relativa all’asportazione dei noduli polmonari: alcuni di questi, anche se piccoli o piccolissimi, devono essere asportati perché possono essere tumori polmonari maligni in stadio iniziale. Tuttavia, in alcuni casi, l’asportazione di queste lesioni può essere molto difficile e richiedere l’esecuzione di un taglio tradizionale (toracotomia) che consente al chirurgo di “palpare” il polmone e identificare il piccolo bersaglio. Per evitarlo, nel nostro ospedale siamo soliti asportare queste lesioni polmonari nella sala ibrida che, con la sua tecnologia avveniristica, è in grado di facilitare notevolmente il lavoro del chirurgo toracico: è dotata di una Tac intraoperatoria che ci permette di “guidare” le varie fasi dell’intervento e di identificare e asportare, quasi sempre in modo mini-invasivo noduli che altrimenti dovrebbero essere tolti utilizzando la toracotomia tradizionale. Sino ad ora abbiamo operato in sala ibrida trenta pazienti, ottenendo sempre buoni risultati. Questa esperienza in sala ibrida, che dimostra quanto tecnologicamente sia avanzato il nostro ospedale, è per noi un fiore all’occhiello: è la più importante d’Italia ed una delle più importanti del mondo.

Infine, nel nostro reparto abbiamo iniziato ad eseguire, in collaborazione con la pneumologia, alcune procedure molto importanti, che in passato non venivano effettuate al nostro ospedale, obbligando i pazienti a recarsi in altri centri, come le broncoscopie rigide con il posizionamento di protesi tracheali e bronchiali o l’ecobroncoscopia. In seguito a queste possibilità la nostra struttura, per tipologia di prestazioni sanitarie, flussi di pazienti e risultati, si colloca tra i migliori centri piemontesi e italiani».

Quale è il segreto per poter garantire ai pazienti risultati ottimali?

«I segreti sono molti, ad esempio poter lavorare in un ospedale moderno e tecnologicamente avanzato come il nostro, poter collaborare con amministratori in grado di comprendere i tuoi problemi e le tue necessità, ma il segreto principale coincide con il lavoro di gruppo. Senza un gruppo affiatato e professionalmente adeguato i risultati che stiamo ottenendo non sarebbero possibili. Senza la collaborazione del personale infermieristico, dei medici di medicina generale, degli anestesisti, degli anatomo-patologi, dei fisiatri, dei fisiopatologi respiratori, dei radiologi, dei medici nucleari, dei pneumologi, degli oncologi e dei radioterapisti non avremmo potuto lavorare così bene ed ottenere i risultati positivi che le statistiche ci dimostrano,come pure devo riconoscere che questi risultati positivi non sarebbero stati possibili senza l’intervento attivo di tutti gli ospedali della Provincia, dall’ospedale di Alba a quello di Saluzzo, di Bra, di Mondovì e di Ceva, con cui nel rispetto delle attuali normative facciamo rete e con cui abbiamo un’intensa e proficua collaborazione».

Quali sono i prossimi obiettivi che intende perseguire nella sua attività?

«Sicuramente non ci fermeremo qui: ho la fortuna di lavorare con una équipe di chirurghi toracici che, seppur già esperti avendo lavorato in precedenza in centri molto qualificati, sono molto giovani, e mi spingono quotidianamente a migliorare la qualità delle prestazioni sanitarie che eroghiamo. A breve inizieremo ad applicare in modo sistematico un percorso per i pazienti candidati alla lobectomia che saranno seguiti sia preoperatoriamente che nel postoperatorio in modo che possano prepararsi al meglio, sia fisicamente che psicologicamente, all’intervento, riprendendosi più in fretta dal trauma operatorio. Continueremo a ridurre ancor di più l’invasività degli interventi asportando, quando indicato, non più l’intero lobo polmonare ma solo alcuni suoi segmenti in modo da ridurre la perdita di funzione respiratoria che si viene a creare dopo l’operazione. Inizieremo, in collaborazione con la pneumologia e la fisiopatologia respiratoria, a trattare con metodi innovativi alcuni pazienti affetti da enfisema polmonare in stadio avanzato, mentre saremo in grado di analizzare i risultati sin qui ottenuti nel trattamento con chemioterapia neoadiuvante e chirurgia dei tumori polmonari in stadio avanzato e del mesotelioma pleurico. Inizieremo poi ad utilizzare, in casi selezionati, il robot del nostro ospedale anche per interventi di chirurgia toracica, robot che alcuni componenti della nostra equipe sanno già usare avendo acquisito la tecnica in precedenti esperienze lavorative. Ma è soprattutto sulla qualità complessiva delle nostre prestazioni sanitarie di chirurghi toracici che continueremo a migliorare, in modo da garantire a ogni paziente della Granda, anche a quelli geograficamente più distanti da Cuneo, cure rapide, moderne e efficaci».

a.r.

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