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Ci vuole un nuovo piano corilicolo!

Chi potrà usare sull’etichetta la parola Langhe?

NOCCIOLE Si è tenuta a Castellero d’Asti la quattordicesima Assise nazionale delle città della nocciola, con una folta rappresentanza dei Comuni corilicoli italiani. «La scelta di Castellero non è stata casuale, ma ha voluto valorizzare l’accordo di filiera tra l’azienda Novi-Elah- Dufour e ben 198 corilicoltori piemontesi», ha dichiarato il sindaco di Castellero Roberto Campia, vicepresidente dell’associazione. L’assemblea ha esaminato alcune scelte strategiche, esposte poi nel convegno “Verso un nuovo piano corilicolo nazionale: prospettive per una governance unitaria e condivisa”.

Ci vuole un nuovo piano corilicolo!
Un’immagine del convegno sulla corilicoltura svoltosi a Castellero d’Asti.

Durante l’incontro, l’assessore regionale all’Agricoltura Giorgio Ferrero ha illustrato le strategie dell’assessorato per un settore produttivo di eccellenza e ha espresso l’adesione piena alla richiesta di convocazione nel breve periodo del tavolo corilicolo nazionale, anche per avere un coordinamento più efficace tra le realtà regionali e il rafforzamento dell’intera filiera. Alberto Manzo, dirigente del Ministero delle politiche agricole, ha sottolineato la necessità di fare sistema e di trattare nel tavolo corilicolo le diverse problematiche del settore. Per il Consorzio di tutela della nocciola Piemonte Igp è intervenuto il presidente Sergio Lasagna che ha ricordato l’importante ruolo della produzione corilicola nell’economia dei territori piemontesi a rischio di spopolamento. «La nocciola non è più un prodotto marginale e necessita di progetti di filiera con maggiore coordinamento tra le regioni», ha aggiunto il presidente di Coldiretti Asti Marco Reggio, mentre il tecnico di Agrion Claudio Sonnati ha lanciato il grido d’allarme sull’emergenza della cimice asiatica ribadendo la necessità di incrementare progetti di ricerca di respiro nazionale.

Le conclusioni sulle future mosse strategiche, sono state sintetizzate da Rosario D’Acunto, presidente nazionale dell’Associazione città della nocciola, che ha illustrato lo scenario attuale dei territori corilicoli, del mercato globale e delle iniziative che puntano ad ampliare la produzione di nocciole in regioni e in aree non vocate. «Il rischio di questi nuovi impianti va urgentemente affrontato con un’immediata convocazione del Tavolo corilicolo nazionale. Spingere i territori italiani alla coltivazione intensiva avrà un impatto dannoso, compromettendo la biodiversità, depauperando ulteriormente le risorse idriche, alterando i paesaggi e riducendo le qualità sensoriali e commerciali. Inoltre produrrà un serio rischio di calo dei prezzi a danno dei produttori tradizionali, con il conseguente abbandono delle aree meno produttive che coincidono con i territori a maggiore rischio idrogeologico e di spopolamento», ha detto D’Acunto.

L’assise ha dato mandato al presidente e al direttivo di attivare tutte le iniziative per giungere a un nuovo piano corilicolo nazionale chiedendo al Ministero la convocazione, nel breve periodo, del tavolo nazionale.

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