Come presentare al mondo un Cristo sofferente?

PENSIERO PER DOMENICA – XXIX TEMPO ORDINARIO – 21 OTTOBRE

Proviamo a leggere i brani di questa domenica avendo come chiave interpretativa la Giornata missionaria mondiale, che quest’anno ha come tema “Giovani per il Vangelo”, con un chiaro rimando al Sinodo sui giovani in corso a Roma. Al centro delle letture c’è una questione tremendamente problematica: come presentare al mondo un Cristo sofferente? Come presentarlo ai giovani?

Come presentare al mondo un Cristo sofferente?
Lavanda dei piedi, miniatura armena del XIII sec.

Una prima risposta ci viene offerta dall’autore della Lettera agli Ebrei (4,14-16): il Cristo sofferente sa “compatire” le nostre infermità. La parola “compatire” forse suona male per noi, che abbiamo perso il significato letterale del termine. Compatire vuol dire capire, condividere, mettersi nei panni di… Ogni uomo che sperimenta la sofferenza può, a giusto titolo, credere che in quel momento Gesù, il Figlio di Dio, è in comunione profonda con lui. Soltanto su questa base può sbocciare la speranza di quella novità futura, già annunciata dal profeta Isaia (53,10-11): «Dopo il suo tormento, vedrà la luce».

Le persone più credibili a parlare del Cristo sofferente e liberatore sono senza dubbio i missionari sparsi nel mondo, che non di rado operano proprio là dove ci sono problemi enormi come oppressione, violenza, potere dittatoriale, mancanza di rispetto della terra e di chi la lavora. In tanti casi, essi, seguendo le indicazioni di Gesù nel Vangelo di oggi (Mc 10,35-45), semplicemente prendono su di sé il dolore del mondo, esercitano un’autorità fatta di servizio, dando speranza ai poveri. L’autorità che si fa servizio e cura è quella di chi si fa servo di tutti, diventando tutt’uno con la gente per servirla.

Una indicazione su come annunciare questo messaggio ai giovani possiamo trovarla nell’Evangelii gaudium, al n. 99, là dove papa Francesco chiede alla comunità cristiana di offrire «una testimonianza di comunione fraterna che diventi attraente e luminosa. Che tutti possano ammirare come vi prendete cura gli uni degli altri, come vi incoraggiate mutuamente e come vi accompagnate». Sono parole che rispecchiano le indicazioni di Gesù nel Vangelo di oggi: «Chi vuol essere più grande tra voi, si farà vostro servitore». Come ci ha ricordato don Carlo Molari, aprendo i Lunedì di San Paolo, ciò che fin dall’inizio ha reso il cristianesimo affascinante è stato l’amore concreto per il prossimo. Un fascino che continua e che crea comunità basate sul servizio piuttosto che sul potere!

Lidia e Battista Galvagno

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