È nato ad Alba l’osservatorio del vino

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CONFINDUSTRIA Venerdì scorso, nella sede albese dell’Unione industriale, è stato presentato il nuovo osservatorio dedicato al vino piemontese, denominato Wine permanent observer (Wpo). Nei piani dell’Unione industriale e, in particolare, della sezione vini presieduta da Paolo Sartirano, il nuovo osservatorio dovrebbe diventare una piattaforma capace di fornire dati e informazioni sulle produzioni e sui mercati, consentendo a produttori e organismi istituzionali di prendere decisioni sulla base di documentazioni aggiornate e puntuali sulle tendenze della filiera.

È nato ad Alba l’osservatorio del vino
Il nuovo organismo è stato presentato nella sede albese di Confindustria.

Promosso dall’Unione industriale, l’osservatorio ha trovato subito importanti sinergie nella Camera di commercio di Cuneo (anche cofinanziatrice), nel Consorzio Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani e nella scuola enologica di Alba. Alla base di questo progetto c’è la volontà di aggregare in un solo spazio informazioni e dati presenti e disponibili, ma che spesso sono dispersi in tanti organismi o realtà istituzionali e che si fa fatica a coordinare e raccogliere. I dati che saranno trattati riguardano la base produttiva, dalle superfici vitate alle produzioni, dagli imbottigliamenti alle giacenze fino alle scorte di vecchie annate; poi, le fasi del mercato, con le quote di rappresentatività in Italia e nei Paesi esteri e i vari prezzi, dai terreni alle uve, dai vini sfusi a quelli in bottiglia.

Ascoltando i partecipanti alla presentazione, si ha la sensazione che si voglia passare da una fase di piena artigianalità e anche di campanilismo, in cui i detentori dei dati sono gelosi delle informazioni, a una situazione nuova in cui le informazioni saranno messe in comune e potranno circolare tra i produttori per consentire a ciascuno di operare e decidere con conoscenze maggiori.

Intanto, a vendemmia conclusa, si comincia a parlare di prezzi delle uve. Nel passato la Camera di commercio, con il supporto delle categorie, pubblicava i mercuriali delle uve, prezzi di riferimento ricavati dalla sintesi tra le quotazioni nelle varie contrattazioni. Negli ultimi anni, anche per lo scarso interesse della filiera, la Camera di commercio aveva, suo malgrado, deciso di non più pubblicare tale listino e, per questo motivo era stata richiamata dall’Istat per aver lasciato il comparto produttivo orfano dei rifermenti economici di base.

Sulla base di queste premesse, l’ente camerale di Cuneo ha comunicato l’intenzione di pubblicare di nuovo i mercuriali delle uve. Ciò potrebbe creare qualche disagio alle organizzazioni agricole, che in questi giorni hanno reso noti i valori indicativi delle uve utilizzabili per il calcolo dei canoni di affitto annuali. È vero che questi sono valori stabiliti in base all’accordo collettivo sui contratti agrari, ma in mancanza dei dati ufficiali diramati dalla Camera di commercio hanno finito per diventare anche prezzi di orientamento per la contrattazione delle uve. L’iniziativa della Camera di commercio dovrebbe superare anche questo malinteso: quindi, l’appuntamento è per il periodo di San Martino (11 novembre) quando l’organismo camerale dovrebbe pubblicare i mercuriali 2018.

Giancarlo Montaldo

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