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Spettacolari luci dal passato al Federico Eusebio e al Mudi

Spettacolari luci dal passato al Federico Eusebio e al Mudi

ALBA L’anello d’oro di una bambina del secondo secolo, il minuscolo pugnale dell’età del bronzo, l’amorino affrescato sulla parete di una domus, i resti delle vesti di lana di un prelato albese: sono alcune delle luci sul passato di Alba svelate nella mostra congiunta dei musei Federico Eusebio e diocesano che è stata inaugurata

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Sofia Uggè della Soprintendenza

venerdì scorso. Si tratta di un’esposizione che usa per la prima volta le nuove tecnologie, con la proiezione all’Eusebio di immagini degli scavi ottenute grazie all’uso di droni; al Mudi di elaborazioni grafiche in grado di far entrare il visitatore nelle precedenti situazioni della cattedrale romanica.
Se alla presentazione hanno partecipato le autorità – dal vescovo Marco all’assessore alla cultura Fabio Tripaldi – con un’ampia rappresentanza della Soprintendenza, guidata da Egle Micheletto e Sofia Uggè, l’ambizione è di attirare alla visita il maggior numero possibile di albesi: «È un lavoro molto ben curato, d’impatto», per usare le parole della direttrice dell’Eusebio, Luisa Albanese. È stato studiato, grazie anche a una mappa gigante di Alba, per permettere ai visitatori di collegare quanto trovano nelle vetrine con il tessuto urbano. A iniziare dal giacimento di palazzo Govone Caratti, dove sono stati trovati gioielli – anche una gemma e il suo stampo, oltre all’anellino – e l’unico affresco romano finora ritrovato con una figura umana, restaurato da Enrico Dellapiana e Lorenza Centanni della Bottegaccia.

Valorizzare quanto è nei depositi

Spettacolari luci dal passato al Federico Eusebio e al Mudi 2Altri oggetti, come due zampe di gallo in argilla, testimoniano l’esistenza in città di manifatture per la ceramica: «Studieremo tutti i contesti in vista di una pubblicazione che contenga spiegazioni articolate. Ha molta importanza il collegamento con il Museo diocesano, fondamentale per l’epoca medievale. Per l’Eusebio la prossima sfida sarà valorizzare quanto è custodito nei depositi», dice Albanese. Tra i privati e le società che hanno agito da committenti degli scavi archeologici dell’ultimo decennio – in quasi ogni quartiere della città, oltre che sotto la cattedrale – vi sono la Dimar, l’Egea e la Sisi, società dei servizi idrici.
Il museo Eusebio è aperto dal martedì al venerdì dalle 15 alle 18; al sabato, alla domenica e nei festivi dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19. Il Museo diocesano osserva l’orario 15-18 dal martedì al venerdì e 14.30-18.30 al sabato e alla domenica. Insieme alla chiesa di San Giuseppe, al centro studi Beppe Fenoglio e alla chiesa di San Domenico fanno parte del Sistema museale albese, per il quale è previsto un biglietto unico a sei euro.

Paolo Rastelli

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