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Carlo Bosticco: non dimentico il teatro Sociale di Alba

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Carlo Bosticco in scena

L’INTERVISTA / 1 Carlo Bosticco è nato ad Alba nel 1984. Dopo aver frequentato il liceo Govone, si è trasferito a Londra e dopo un anno sabbatico, per imparare l’inglese e fare audizioni, è stato accettato all’accademia Italia Conti; ha poi continuato gli studi al Royal conservatoire of Scotland, per trasferirsi infine negli Stati Uniti: «Mi sono innamorato di New York; sono qui da sei anni e ho fatto il mio debutto off-Broadway (un’alternativa, finanziaria e culturale, rispetto alle produzioni di Broadway, cioè l’insieme dei grandi teatri situati nell’omonima strada della Grande Mela) l’11 ottobre nello spettacolo My Parsifal Conductor di Allan Leicht, diretto dal regista Tony Bob Kalfin», dice Bosticco.

Quando è nata la tua passione per la recitazione?

«Durante il gruppo pomeridiano di teatro al liceo. Il corso di canto al Conservatorio con la maestra Margherita Mauro, che mi dava carta bianca, mi ha anche molto incoraggiato».

All’estero ci sono oggettivamente più possibilità?

«In Italia l’atteggiamento nei confronti di teatro, cinema e televisione è deprimente. Considerando il ricchissimo passato culturale che abbiamo, è un crimine che le arti non vengano spinte ed è anche miope, dato che nei Paesi in cui vengono curate sono una grande fonte di turismo e guadagno, nonché di arricchimento spirituale».

Quali sono state le tappe principali del tuo percorso artistico?

«Nel Regno Unito ho lavorato in diversi ambiti, tra tutti cito La bohème (che ha vinto il premio Olivier, l’Oscar del teatro inglese). Sono diventato un veterano del Festival di Edimburgo, mentre ho fatto un solo spettacolo in Italia, Romeo e Giulietta, al teatro Stabile di Verona. Sono anche scrittore e ho collaborato con Styles and Drewe, autori della versione Broadway di Mary Poppins per la Disney. Alcuni dei miei brani sono stati selezionati dall’orchestra sinfonica di Guiyang in Cina e ho duettato con la diva Aveta Chen nel 2015».

Quali sono i tuoi progetti?

«Sto lavorando da qualche tempo come scrittore e performer. Il mio musical Chasing Icarus (lo sto scrivendo con il musicista Matt Randall) è in via di sviluppo e mi piacerebbe inscenarlo presto, ovviamente interpretando il ruolo centrale. Ho sempre avuto grande rispetto per artisti in grado di reinventarsi sia come attori che come autori e registi, alla Dario Fo o Roberto Benigni».

Ti vedremo in Italia?

«È difficile coltivare una carriera su due lati dell’oceano. Mi piacerebbe però tornare sul palco del Sociale. È stato il mio primo vero teatro e me lo ricordo vividamente, soprattutto il profumo delle assi di legno. L’ho ritrovato su altri palchi, ma mai esattamente uguale. È come un abbraccio».

Adriana Riccomagno

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