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Con l’arrivo della fattura elettronica la bolletta resta stampata su carta

Con l’arrivo della fattura elettronica la bolletta resta stampata su carta

FISCO All’inizio del 2018 furono i sacchetti per frutta e verdura in materiale biodegradabile a creare scompiglio tra i consumatori; per l’inizio del 2019 non è difficile immaginare quale sarà l’argomento che riempirà i media: la fattura elettronica.

Chi per professione ha a che fare con la vendita di beni o servizi a una pubblica amministrazione conosce già l’argomento, poiché la documentazione digitale è in uso sin dal 2015 ma, a partire dal nuovo anno, la fattura elettronica diventerà obbligatoria anche nei rapporti d’affari tra titolari di partita Iva e, soprattutto, con il consumatore finale.

Per ora sono esonerate dall’obbligo le imprese e gli autonomi che rientrano nel regime dei minimi e in quello forfettario, sempre che gli ultimi giorni dell’anno non portino a un rinvio.

La fattura elettronica è un sistema digitale di emissione, trasmissione e conservazione dei documenti contabili che non si basa più sul foglio di carta, da custodire per almeno 10 anni, ma si affida al linguaggio informatico Xml, sigla di extensible markup language che accoppia una serie di etichette standard al valore specifico della singola fattura; il tutto viene poi autenticato tramite la firma digitale di chi compila la nota.

La rivoluzione non sta solo nel passaggio da carta a computer ma in tutto il processo ideato per spedire e ricevere le fatture. Il perno è il sistema di interscambio dell’Agenzia delle entrate, una piattaforma digitale deputata a fare da postino tra chi emette e chi riceve, con un passaggio intermedio che controlla la correttezza formale di ogni documento.

I titolari di partita Iva possono sceglie se ricevere le fatture via posta elettronica certificata oppure direttamente dal cervellone dell’Agenzia delle entrate tramite un codice di riconoscimento.

Cosa cambia per i consumatori finali?

È previsto un doppio canale: chi emette la fattura, ad esempio il fornitore di luce, gas o della linea telefonica, manderà la tradizionale bolletta su carta per posta oppure via e-mail (via Pec, per chi ne è dotato) e, allo stesso tempo, inserirà nel sistema di interscambio la versione elettronica, usando come sigla di riconoscimento il codice fiscale del cliente.

Il cittadino riceverà una copia senza valore fiscale e dovrà consultare le fatture ricevute tramite il sito dell’Agenzia delle entrate, lo stesso utilizzabile, ad esempio, per la dichiarazione dei redditi precompilata.

Nulla cambia per gli scontrini rilasciati dai negozianti, anche se si sta valutando l’ipotesi di accelerare il passaggio al digitale, come per le fatture. Prima però deve diventare efficace il nuovo regime delle fatture superando le prevedibili difficoltà di partenza, i rallentamenti informatici al cervellone preso d’assalto dall’arrivo di migliaia di documenti fiscali (si stima che in Italia, ogni anno, venga emesso più di un miliardo e mezzo di fatture) e gli inevitabili errori nei codici di riferimento.

g.s.

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