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Drocco (Dromont): «Il futuro è nel food e nella farmaceutica»

GALLO GRINZANE In occasione del Pmi day  tenutosi presso la Dromont di Gallo, Gazzetta ha avuto l’occasione di porre alcune domande al titolare Luca Drocco, che guida l’azienda insieme al fratello Mario. Durante la giornata dieci aziende della Granda hanno accolto gli studenti delle medie
e superiori, dando loro la possibilità di visitare gli stabilimenti, comprendere

i processi produttivi e le attività aziendali.

Che cos’è la Dromont?

«L’azienda è stata fondata nel 1987 da Claudio Drocco, scomparso nel 2007. Dromont realizza impianti industriali automatici di dosaggio per la miscelazione degli inchiostri di vernici per la grande fabbrica e per la vendita al dettaglio e i sistemi tintometrici che si trovano nelle ferramenta e nei centri colore. Nel 2012 la famiglia ha acquisito la Comec Srl di Canossa, in provincia di Reggio Emilia, che si occupa di processi di dispersione e di macinazione. Oggi abbiamo un centinaio di collaboratori».

Come si è evoluto il settore e come si è mossa l’azienda in questo contesto?

«Inizialmente Dromont si occupava d’impiantistica industriale; nel 1993, grazie a un brevetto – la valvola di dosaggio a tre vie –, siamo divenuti leader sul mercato. Nel 1994 la prima esportazione in Tunisia e Germania: oggi Dromont è cresciuta e vanta il 97 per cento di export».

Quali sono le sfide da raccogliere per un’azienda come la vostra?

«Globalizzazione e concorrenza internazionale che possono competere col prezzo, mentre noi competiamo con la qualità. Oltre al prodotto di qualità e alla tecnologia, puntiamo sulla fidelizzazione dei clienti anche grazie ad altri fattori: made in Italy, territorio, cibo, accoglienza: alcuni clienti ritornano per le vacanze e si rivolgono a noi come agenzia turistica».

Quali sono i vostri prossimi progetti?

«Oggi il nostro business è nel settore vernici e inchiostri; la strategia è di entrare nei mondi del food, della cosmetica e della farmaceutica con i nostri macchinari industriali per il dosaggio di liquidi e la macinazione. Uno è già in uso alla Ferrero».

Quali sono le professionalità più richieste?

«Progettisti e montatori meccanici, oltre che programmatori, figure di difficile reperimento per la nostra esigenza di coniugare competenze tecniche, buona conoscenza dell’inglese e competenze trasversali».

Che significato ha per voi partecipare al Pmi day?

«Abbiamo aderito volentieri, perché ci dà l’opportunità d’incontrare ragazzi che si stanno preparando per affrontare il mondo del lavoro. Vorremmo invitare all’impegno nello studio, perché nella vita l’ambizione premia e permette una crescita personale; inoltre, comunicare un concetto positivo sul made in Italy: non è vero che in Italia le aziende chiudono. Dromont è l’esempio di un’impresa a conduzione familiare che ha fatto passi da gigante: c’è spazio per coloro che vogliono crescere».

Adriana Riccomagno

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