Il deserto ci aiuta a cercare l’essenziale nella vita

PENSIERO PER DOMENICA – SECONDA DI AVVENTO – 9 DICEMBRE 2018

L’Avvento non sarebbe tale senza Giovanni Battista. Quando, nelle letture liturgiche compare il suo nome, sentiamo che il Natale è vicino e che dobbiamo cominciare a preparare l’incontro con Gesù, così come l’ha preparato lui. Magari traendo ispirazione da lui.

Lo scenario delle letture della seconda domenica di Avvento è desolato. Baruc (5,1-9) evoca la terra d’esilio, Babilonia, dove erano stati forzatamente portati molti abitanti di Gerusalemme, mentre Luca (3,1-6) racconta che Giovanni Battista predicava il suo battesimo di conversione e penitenza percorrendo l’area arida e semidesertica al di là del Giordano che era stata percorsa dagli stessi esuli. Diverso lo scenario evocato da Paolo, con le parole che rivolge ai Filippesi aprendo la sua lettera (1,4-11): il calore di relazioni umane vive e belle fa fiorire anche il deserto. Anche noi oggi, come credenti, siamo un po’ esuli in un mondo che si è allontanato da Dio e la terra su cui viviamo si sta desertificando per le scelte sciagurate fatte nel recente passato. Il primo modo di far rifiorire il deserto e di dare senso al Natale è cercare di avviare o ri-avviare relazioni umane positive.

Il deserto ci aiuta a cercare l’essenziale nella vita
Giovanni Battista nel deserto, icona russa XVI sec.

Il nostro Natale si gioca nella storia. Ce lo suggerisce Luca, che costruisce la sua riflessione spirituale sulla data che segna l’inizio della missione del Battista: il 26-28 dell’era cristiana. Con questo vuole dirci che Gesù non è una figura mitica, evanescente, un’entità vagamente spirituale, ma una realtà storica, che si intreccia con le vicende delle persone e dei popoli: anche oggi.

Due sono le scelte del Battista che possiamo condividere per prepararci al Natale 2018. La prima è evocata dal deserto in cui viveva: uno spazio di silenzio, raccoglimento e meditazione. Noi che viviamo nella civiltà dei rumori, del bombardamento di messaggi, del caos che ci distrae abbiamo bisogno di silenzio per ritrovare noi stessi e perché la parola di Dio si radichi e lieviti dentro di noi. Il traguardo è alla nostra portata solo se accogliamo il dono di salvezza di Dio: ecco il senso del Battesimo. Il secondo invito è ad andare all’essenziale, al cuore della fede, a cercare Dio dentro di noi. È l’opposto della cultura del divertimento, che ci porta fuori di noi. Preparare la via del Signore può suonare come invito a tornare al cuore della fede, perché cercare l’essenziale è cercare Dio. Ma questo non è possibile senza provare a cambiare il nostro stile di vita, quello che segna le nostre giornate, che avvelena i rapporti, che ci rende superficiali.

Lidia e Battista Galvagno

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