Il terreno sul quale possiamo far fiorire la gioia

PENSIERO PER DOMENICA – TERZA DI AVVENTO – 16 DICEMBRE

Si può comandare la gioia? No! Al cuore e ai sentimenti non si può comandare. Noi possiamo soltanto creare le condizioni che favoriscono la fioritura della gioia nella nostra vita. La gioia è come un frutto delizioso: per maturare ha bisogno del terreno giusto, come suggerito dalle letture odierne della Messa.

Il terreno sul quale possiamo far fiorire la gioiaUna serena convivenza civile. Il profeta Sofonia (3,14-17), contemporaneo del profeta Isaia da cui è tratto il Salmo responsoriale (12,2-6) visse ai tempi del re Giosia (640-609 a.C.), il sovrano di Giuda che con la sua riforma salvò il regno dalla decadenza a cui era avviato. Le scelte del re, finalizzate a una convivenza civile più serena, sono lette come segni della presenza e dell’azione di Dio in mezzo al popolo: «Il tuo Dio, in mezzo a te è un salvatore potente. Gioirà per te». Vivere in un Paese pacificato e civile era ai tempi di Sofonia, e può essere anche oggi, principio di serenità e di gioia.

Una comunità solidale e rispettosa. Giovanni Battista, figura centrale anche del Vangelo di questa terza domenica di Avvento (Lc 3,10-18), ricollegandosi alla grande tradizione profetica, indica concreti passi di conversione e cambiamento. Alle folle chiede di adottare un diverso stile di vita, basato sulla condivisione dei beni primari: cibo e vestiti. Ai pubblicani e ai soldati – due categorie di persone particolarmente invise e disprezzate – non chiede di abbandonare la professione, ma di esercitarla con giustizia e rispetto. Possono sembrare proposte minimaliste, perché non prospettano una rivoluzione sociale, ma queste sono le cose che possiamo fare noi, subito. Anche facendo un passo alla volta si può andare lontano e soprattutto ci si può aprire all’azione dello Spirito che sconvolgerà la vita e cambierà radicalmente le cose. Le proposte radicali le farà Gesù, proclamando ad esempio le beatitudini: anche con queste indicazioni il Battista gli prepara la strada, ricordando peraltro che la separazione netta tra bene e male avverrà solo alla fine.

Vivere nel Signore. Le parole rivolte da Paolo ai Filippesi (4,4-7) sono più audaci e paradossali: «Siate sempre lieti… Non angustiatevi per nulla». In realtà, per l’apostolo, tutto questo è possibile «nel Signore». Una gioia così totale e continua nel tempo non è a misura d’uomo: non deriva da sforzi umani, ma è dono di Dio. Quella sua pace che «custodirà i vostri cuori e le vostre menti in Cristo Gesù» può essere uno dei doni più preziosi del Natale.

Lidia e Battista Galvagno

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