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L’inizio del nuovo anno sarà meno produttivo?

L’inizio del nuovo anno sarà meno produttivo?

CONFINDUSTRIA CUNEO Come sarà il primo trimestre del 2019 per le imprese cuneesi? Con il freno a mano tirato rispetto al quarto trimestre del 2018. È quanto emerso dall’indagine di previsione elaborata dal centro studi di Confindustria Cuneo, presentata a Cherasco. A parte poche eccezioni, ne esce un quadro non positivo, come ha commentato in apertura il presidente degli industriali cuneesi Mauro Gola: «Sono sempre più evidenti i segnali di un rallentamento dell’economia mondiale, con riferimento in particolare all’irrigidimento della politica monetaria americana e alle restrizione tariffarie che iniziano a frenare l’economia cinese. Anche in Europa la situazione non è delle più rosee, a causa soprattutto delle performance negative della Germania. Fattori che si fanno sentire in maniera ancora più marcata in Italia, come dimostra il calo dell’export. E si aggiungono a una situazione già delicata dovuta alla riduzione del consumo interno. Nel nostro Paese, poi, si respira un clima d’incertezza, che spinge gli imprenditori ad aspettare piuttosto che a puntare su nuovi investimenti».

A parlare sono i dati previsionali per i primi tre mesi del nuovo anno, condotti su un campione di trecento imprese della provincia di Cuneo associate a Confindustria. La situazione più critica sembra riguardare il settore manifatturiero: rispetto all’ultimo trimestre 2018, il saldo sui livelli produttivi passa da +7,1 a -7,1 per cento, scendendo di 14,2 punti. Marcata anche la riduzione degli ordini interni, che passano da +3,5 a -3,8 per cento. A proposito degli ordini per esportazioni, il calo è meno marcato: da -1,2 a -4 per cento. Sono in ribasso anche le previsioni di investimenti significativi, che passano dal 22,2 per cento al 19,4. Restano sfavorevoli anche le condizioni di redditività, nonostante recuperino un mezzo punto percentuale, passando da -7,1 a -6,6.

Soltanto tre gli indicatori positivi, sottolineati dal direttore Giuliana Cirio: «Il tasso di utilizzo degli impianti è ormai stabile su un 75 per cento, segno che le imprese stanno comunque continuando a lavorare a pieno regime, probabilmente per la presenza di ordini da smaltire del periodo precedente. Per lo stesso motivo, a inizio 2019 ci sarà bisogno di incrementare le risorse umane, come dimostra l’aumento delle previsioni sull’occupazione, che passano dal 2 al 6,6 per cento. E di conseguenza continua a diminuire il ricorso alla cassa integrazione, che scende dal 7,6 al 6,7 per cento».

Per quanto riguarda i diversi settori del manifatturiero, semaforo verde solo per la meccanica, che malgrado i timori legati ai mercati stranieri, prosegue su un trend positivo. Segnali di rallentamento per la grafica, la stampa e l’editoria, così come per l’industria chimica, la gomma-plastica e gli alimentari, dove tiene l’export ma cala la domanda interna.

Le performance più negative riguardano l’edilizia e di conseguenza le aziende estrattive e specializzate nella lavorazione di materiali non metalliferi. E se questi sono i dati del manifatturiero, decisamente diverse sono le previsioni delle 95 imprese di servizi cuneesi prese in considerazione dall’indagine, attive nel campo della persona, delle consulenze alle imprese, dei trasporti e del turismo. Il saldo sui livelli di attività sale dal 19 al 24,2 per cento, così come le attese sull’occupazione, che passano dal 14,3 al 16,8 per cento, con assenza di imprese che pensano di ricorrere alla cassa integrazione. Non a caso salgono anche le previsioni per investimenti.

Francesca Pinaffo

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