Se anche il vecchio Piemonte torna ad avere i suoi migranti

Se anche il vecchio Piemonte  torna ad avere i suoi migranti 1

IL RAPPORTO / 1 Anche i piemontesi emigrano. Lo spazio e il tempo non sono quelli che pensiamo. Per sopravvivere e/o realizzarsi gli individui devono talvolta attraversare geografie e dividere il tempo in pendolarismi, relazioni a distanza, addii alle famiglie d’origine. Succede oggi, forse più di ieri. Sovente questa mobilità viene descritta come un’opportunità di apprendimento ed esplorazione, ma è quasi sempre – seppure non necessariamente, come dimostrano alcune delle storie che pubblichiamo – obbligata dal bisogno. Se nel secolo scorso era emigrazione per disperazione, nell’epoca della precarietà il movimento diventa adattamento per uomini e donne laureati, diplomati, liberi professionisti, artisti e anche disoccupati. Lo dice il rapporto Italiani nel mondo, appena pubblicato dalla fondazione Migrantes, un’indagine che tenta di dipingere l’emigrazione, il rovescio dell’immigrazione di cui tanto si parla in termini allarmistici di questi tempi.
Secondo Migrantes, dal 2006 al 2018 il tasso di mobilità degli italiani è incrementato del 64,7 per cento, passando da 3,1 milioni di iscritti all’Aire (Anagrafe degli italiani residenti all’estero) a circa 5,1 milioni, l’8,5 per cento dei 60milioni di residenti in Italia. I Paesi nei quali sono arrivati più italiani sono l’Argentina (800mila connazionali), la Germania (740mila), la Svizzera (614mila); nell’ultimo anno il Brasile ha superato la Francia, con oltre 400mila immigrati dalla Penisola.

Forse a sorpresa, il Piemonte è tra i primi posti nella classifica nazionale per numero di persone in territori esteri: 281mila, con un incremento di 11mila nel solo 2018 rispetto all’anno precedente. Il flusso è ingente, testimone di un periodo in cui famiglie e individui falliscono nel piantare il seme dei sogni nel nostro Paese e devono reinventare linguaggi e comportamenti, adattarsi ad altre atmosfere per tentare la crescita. Alla tanto temuta immigrazione si oppone un flusso in uscita più intenso, quello di chi parte, di chi abbandona.

53mila cuneesi

53.446: è il battaglione di cuneesi iscritti al 1° gennaio 2018 all’Anagrafe degli italiani residenti all’estero. Sono i nostri migranti. Tra questi il 16 per cento ha meno di 17 anni, il 23 tra i 18 e i 34 anni, un analogo 23 per cento tra i 35 e i 49 anni, mentre il 16 per cento si trova tra i 50 e i 64 anni e quasi il 20 per cento ha più di 65 anni. Curioso lo stato civile di questi italiani: solo 36 su cento sono sposati. La solitudine pare caratterizzare un terzo di questi individui, anche se è difficile stabilire una correlazione netta tra l’emigrazione e la condizione familiare.

1.337 albesi lontani

Stringendo il focus sull’Albese, emerge come gli iscritti all’Aire siano 1.337, ovvero il 4,2 per cento della popolazione residente. Alba rientra nella classifica dei primi 25 Comuni del Piemonte per numero di emigrati. I Paesi scelti ricalcano quelli cercati dai piemontesi: Argentina, Francia, Svizzera, Spagna e Regno Unito.

Matteo Viberti

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