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Sono più di due milioni gli over 50 che vivono lontani dalla loro patria

IL RAPPORTO / 3 La fondazione Migrantes li definisce «migranti maturi disoccupati». Sono la vera novità, il fenomeno emergente nell’epoca del relativismo. In tutto, gli iscritti all’Aire – italiani che vivono all’estero – in queste fasce anagrafiche sono oltre 2 milioni. Si tratta di persone di età compresa tra i 50 e i 64 anni (978mila in tutto: nell’ultimo anno le partenze sono cresciute del 20,7 per cento); tra i 65 e i 74 anni (488mila, con partenze che segnano negli ultimi 12 mesi un +35,3 per cento); tra i 75 e gli 84 anni (346mila persone, con partenze che incrementano del 49,8 per cento); dagli 85 anni in su (204mila persone, con partenze che segnano addirittura +78,6 per cento).
Che cosa significano questi dati? Rispondono i ricercatori della fondazione Migrantes: «Ci si trova di fronte alla necessità di provvedere alla precarietà lavorativa di italiani rimasti disoccupati e privi di prospettive in patria. Sono persone lontane dalla pensione o che hanno bisogno di lavorare per arrivarvi».

Ma c’è anche il cosiddetto migrante previdenziale: ovvero chi sceglie – per il costo inferiore della vita – di trascorrere la vecchiaia in Thailandia, Marocco, Portogallo, Cuba, Santo Domingo. Insomma, il bisogno di diversa natura (esistenziale, affettivo, occupazionale o economico) spinge anche gli anziani ad abbandonare il Paese.

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