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Vaccino antipneumococco: per Vignale e Ravello troppi rischi per i bimbi piemontesi

Sulle vaccinazioni ora il rischio è che si verifichi il caos

VACCINOOramai è certo: la gara per la fornitura dei vaccini antipneumococco da somministrare in età pediatrica rischia di mettere in serio pericolo la salute di migliaia di bambini piemontesi. I dati del Belgio, che come il Piemonte era passato dalla somministrazione di un vaccino a copertura di 13 sierotipi, il PCV13, a uno a dieci, il PCV10, hanno confermato la ricomparsa del sierotipo 19 A, responsabile di malattie gravi e invalidanti per i bambini. Poiché lo stesso può accadere per il Piemonte , Saitta e Chiamparino si stanno assumendo senza averne titolo la responsabilità di mettere a rischio la salute dei bambini piemontesi. Per questo motivo nei prossimi giorni presenteremo un esposto alla Procura”, lo dichiarano nel corso di una conferenza stampa Gian Luca Vignale e Roberto Ravello,  presidenti dei gruppi consiliari Mns e Fratelli di Italia.

“Lo scorso settembre – ricordano i due – la Regione Piemonte, attraverso SCR, ha indetto una gara per la fornitura dei vaccini antipneumococco in età pediatrica, il cui unico criterio di aggiudicazione era il prezzo più basso. Il problema è che in commercio esistono più tipologie del farmaco differenziate dalla capacità di copertura del numero di sierotipi circolanti. Ovviamente più protezione un vaccino offre, più costa. Quindi se il criterio del prezzo è un bene per le casse regionali, è un danno enorme per la salute dei bambini. La gara fu così vinta dall’azienda che produce il PCV10, che non garantisce la protezione nei confronti dei sierotipi di pneumococco 3, 6A e 19A, contenuti invece nel vaccino 13valente”.

Ravello e Vignale lo scorso maggio avevano già sollevato la questione “che ovviamente – tuonano – è rimasta inascoltata. In questi mesi sul tema è anche insorta la comunità scientifica, preoccupata per quanto sta accadendo. Infine, i dati del Belgio e la scelta del Consiglio Superiore della Sanità di ritornare ad un vaccino a tredici valenze per tutelare la salute pubblica confermano che i nostri timori erano fondati e che oggi è a rischio l’intera popolazione pediatrica piemontese. Questi ultimi avvenimenti ci hanno convinto a presentare un esposto alla magistratura”.

Il Belgio che, esattamente come il Piemonte, ha interrotto la somministrazione del PCV13 per passare ad una minor copertura con il PCV10 ha dovuto fare marcia indietro in meno di un anno a causa della ricomparsa del seriotipo 19 A, responsabile di malattie gravi. Una nota del Consiglio del Belgio sottolinea che “ La priorità in termini di salute pubblica agli occhi dell’Alto Consiglio della Salute  è la prevenzione delle infezioni da pneumococco invasive soprattutto nel gruppo target in bambini sotto i 2 anni. È quindi necessario proporre il vaccino offre la più ampia protezione contro queste gravi infezioni la nostra epidemiologia locale nel gruppo target e la sua evoluzione successiva l’introduzione dei diversi vaccini coniugati”.

“ Anche in Emilia Romagna – aggiungono Ravello e Vignale – i pareri della comunità scientifica hanno convinto l’amministrazione regionale a fare marcia indietro e ad annullare una gara che come in Piemonte puntava sul minor costo. L’augurio è che lo stesso senso di responsabilità convinca anche Saitta e Chiamparino ad interrompere la fornitura, come peraltro permesso da contratto, ed avviare una gara che punti sulla qualità e non sul costo del farmaco”.

“Stupisce che quanto è stato rilevato in altri Stati non venga ammesso anche da Saitta e Chiamparino – aggiungono i due presidenti -, perché è evidente che così come è accaduto in Belgio anche in Piemonte potranno tornare in circolo sierotipi circolanti dannosi per la salute dei piemontesi, con grave rischio per i bambini. Oramai i dati parlano chiaro e non possiamo più attendere oltre.  Il rischio sanitario ora è altissimo e la Regione sta limitando seriamente il diritto costituzionale alla miglior cura e assistenza dei piemontesi. Per questo presenteremo un esposto alla Procura della Repubblica.”

“Lo pneumococco 3, 6A e 19A è un batterio – proseguono – ancora circolante e responsabile di una percentuale consistente di malattie invasive particolarmente gravi e potenzialmente letali. Puntare sul risparmio anziché sulla salute è un atto, anche se burocraticamente corretto, politicamente e socialmente grave e per di più – secondo noi – anche anticostituzionale e penalmente perseguibile. Imporre infatti un vaccino con minor copertura immunizzante significa infatti non garantire il diritto alla miglior assistenza e cura di ogni cittadino e mettere a rischio la salute dei cittadini, entrambe azioni penalmente rilevanti”.

“Abbiamo provato in tutti i modi, con lettere, richieste di audizione e interrogazioni – continuano – a far capire all’assessore Saitta e al presidente Chiamparino che la Regione Piemonte si sta assumendo la responsabilità di mettere a rischio la salute dei bambini piemontesi. Abbiamo inoltre scoperto che il Piemonte ha praticamente deciso l’equivalenza dei due vaccini senza nemmeno avere interpellato la comunità scientifica. Questo significa che chi amministra non solo non ascolta noi, ma nemmeno i pediatri, le società scientifiche e i tanti piemontesi che chiedono di poter contare su una vaccinazione a massima copertura”.

In Piemonte sono già un centinaio le famiglie che hanno deciso di vaccinare i propri figli in altre regioni per garantire loro una copertura maggiore. “ Questo dato conferma che – concludono Ravello e Vignale – chi si può permettere le spese di una vaccinazione a tre dosi fuori regione, sceglie la vaccinazione a tredici valenze, con un aumento dei costi e dei disguidi per famiglie e amministrazione. E’ l’emblema della mala gestione della sanità di questa giunta”.

Comunicato Stampa

 

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