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Fatturazione elettronica: Anci e Uncem segnalano disagi nei piccoli centri

Fatturazione elettronica: Anci e Uncem segnalano disagi nei piccoli centri

IL CASO «L’entrata in vigore della fatturazione elettronica mette in luce l’inadeguatezza di una misura che, invece di semplificare la vita alle aziende, la complica. Sono numerose le segnalazioni che ci arrivano, in particolare dai territori più periferici e isolati, dove ai disagi legati alla fatturazione elettronica si aggiunge il problema annoso del digital divide». Lo afferma il vicepresidente di Anci Piemonte, Michele Pianetta, che denuncia: «Numerose aziende attendono dall’Agenzia delle entrate il rilascio del cosiddetto codice univoco, necessario per l’identificazione della ditta. In Piemonte ci sono 75mila società di persone e di 290mila titolari di partite Iva. Senza contare poi il problema del digital divide. Mi chiedo come faranno le periferie ad adeguarsi alla novità normativa».

Da qui la proposta di un voucher digitale. Continua Pianetta:«Chiediamo che, ai territori più penalizzati dal punto di vista tecnologico, dove la connettività è ancora troppo lenta, vengano destinati contributi specifici per l’attivazione della banda ultralarga. La situazione caotica di inizio anno dimostra che il Paese non è pronto, soprattutto sul piano infrastrutturale, per la fatturazione elettronica: serviva maggiore prudenza e, soprattutto, un’attenzione reale alle istanze che arrivano dei territori, in particolare dalle aree interne».

Anche l’Uncem segnala disagi legati alla fatturazione elettronica. Afferma Paola Vercellotti, vicepresidente di Uncem Piemonte: «Lo avevamo detto e lo avevamo ampiamente previsto. La fattura elettronica, nei Comuni montani ad alto grado di divario digitale, sta creando e creerà non pochi problemi alle imprese, alle partite Iva, a tutte le aziende e ai liberi professionisti, perché la mancanza di buone connessioni frena l’accesso ai servizi, lo rallenta pesantemente. Così, Internet a bassa velocità blocca adempimenti e opportunità».
Prosegue Vercellotti: «Ancora negli ultimi giorni di dicembre, diversi deputati e senatori avevano chiesto un’attenzione particolare per le imprese dei Comuni montani. Il Mise non li ha ascoltati. L’obbligo è scattato e porta con sè, nei Comuni montani, una serie di gravi problemi. Non abbiamo chiesto proroghe o deroghe. Abbiamo chiesto al Ministero dello sviluppo economico e all’Agenzia delle entrate un’attenzione specifica per i centri montani ad alto grado di digital divide. Eppure non abbiamo avuto risposta. Manca il buon senso e così ci scontriamo con la realtà. Il divario digitale è un’emergenza. La banda ultralarga sta arrivando, ma finora si viaggia a 56kbs. E ogni servizio on-line si complica. Fatturare elettronicamente è un problema serio per migliaia di imprese dei Comuni montani appenninici e alpini».

 

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