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Il trio dei grandi rossi del Nebbiolo si presenta

Joe Bastianich testimonial del Barolo 2012 3

ANNATE Con il 2019 i vini rossi albesi a denominazione d’origine controllata e garantita (Docg) del Nebbiolo propongono le nuove annate che hanno concluso l’invecchiamento obbligatorio. Dal 1° gennaio si possono trovare sul mercato il Barbaresco 2016 e il Barolo 2015. Dal 1° luglio sarà la volta del Roero 2017 per la tipologia senza specificazione e del Roero 2016 per la Riserva. Ogni annata ha avuto una propria situazione climatica e produttiva e questo si riflette sui caratteri dei vini.

Le annate e i loro caratteri. Il 2015: l’inverno è stato freddo e scarsamente nevoso: le piogge sono prevalse sulle nevicate. Le temperature più rigide si sono avute a inizio gennaio. La primavera è stata piovosa, soprattutto nella prima metà. L’estate, iniziata a metà giugno, ha portato circa 50 giorni consecutivi di caldo, anche afoso e con scarse precipitazioni. A metà agosto sono cadute piogge che hanno favorito la maturazione delle uve.  Il 2016: l’inverno è stato mite e povero di precipitazioni. Il clima dei primi due mesi è stato secco. Le prime piogge (e qualche nevicata) sono arrivate a fine febbraio. La primavera è stata più fresca del solito, con le piogge concentrate ad aprile e maggio. L’estate si è sviluppata con periodi di caldo interrotti da temporali e riduzione anche decisa delle temperature. A fine estate è prevalso un clima più stabile, proseguito nell’autunno, favorendo l’ottima maturazione delle uve. L’anno scorso è stato caldo e secco. I segnali si sono avuti in inverno, in media freddo e poco nevoso. Solo pochi giorni tra gennaio e febbraio hanno visto il termometro scendere decisamente sotto lo zero. La primavera è incominciata all’insegna del caldo. L’andamento climatico favorevole è proseguito fino verso metà aprile. Il 15 aprile si è verificata una grandinata precoce e intensa. Il 18 è iniziato un periodo di freddo con gelate e piogge, per circa un mese. L’estate si è avviata in modo deciso e il caldo e il secco si sono protratti fino a fine agosto. Tutto ciò ha portato una vendemmia assai precoce e produzioni inferiori alla media.

I vini e i loro stili. Cominciamo dal Barolo 2015. È un vino ricco, deciso, con colorazioni piene e prevalenza dei toni rubini e granati; i profumi sono ampi e variegati; prevalgono i sentori fruttati e le note speziate sono in evoluzione; i sapori sono ricchi, spesso robusti, a volte anche scorbutici, per un tannino marcato. In generale sono vini importanti, che promettono pienezza di caratteri e bella longevità. Nel 2015, la vigna di Nebbiolo da Barolo occupava 2.073 ettari e la produzione è stata di 14.096.000 bottiglie, quasi 1.400.000 pezzi in più del 2014.

Il Barbaresco 2016 è un vino da conservare. I suoi caratteri sono intensi e coinvolgenti. La loro pienezza non limita l’eleganza. Rubino e granato è il colore, ricco e spiccato. Molto ampio il profumo, con le note fruttate e floreali in piena evidenza e l’etereo e lo speziato di là da venire. Intenso e persistente è il sapore. In sintesi un Barbaresco di grande stoffa, complesso e longevo. Il potenziale viticolo del Barbaresco era di 738 ettari e la produzione effettiva è stata di 4.804.880 bottiglie, circa 150mila pezzi in più del 2015.

Veniamo al Roero. Le due annate a disposizione (2017 e 2016) propongono vini assai diversi, ma che formano un binomio di grande interesse. Il 2017 è già pronto, elegante e di bella bevibilità. Il Riserva 2016 ribadisce le note positive citate per il Barbaresco: una struttura importante, un complesso olfattivo esuberante e una sapidità piena e di grande appagamento. Tutto ciò accompagnato da notevole longevità. I dati produttivi del Roero sono più contenuti. Globalmente si contano circa duecento ettari vitati e una produzione media di 450mila bottiglie, con la Riserva che tende a sopravanzare il prodotto di base.

Giancarlo Montaldo

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