Kiss me, Kate, il musical torna sul palco di Bra

BRA Era il 1948 quando, sui palchi di Broadway, fece il suo debutto il musical Kiss me, Kate, con le musiche del celebre compositore statunitense Cole Porter.

Più di mille recite consecutive, cinque premi Tony per le musiche, i costumi e la produzione, e una lunga serie di versioni in tutto il mondo ne decretarono il successo. A questo ha contribuito il fatto che la canzone principale sia stata incisa da voci di primo piano della scena mondiale, come Frank Sinatra e Placido Domingo.

Kiss me, Kate, il musical torna sul palco di Bra
La compagnia di Corrado Abbati in un’immagine di scena di Kiss me, Kate, in programma al Politeama di Bra.

Un musical che continua a essere al passo con i tempi, come dimostra la nuova versione messa in scena dal regista Corrado Abbati, in arrivo al Politeama Boglione di Bra mercoledì 16 gennaio, alle 21. I protagonisti sono due attori un tempo marito e moglie, che si trovano a recitare di nuovo insieme a Broadway nella versione musicale della Bisbetica domata di William Shakespeare. Mentre lei sta per risposarsi con un importante uomo politico, lui è impegnato a fare la corte alla giovane soubrette della compagnia. Così le prove diventano per gli ex coniugi l’occasione per stuzzicarsi a vicenda, tra ripicche e litigi, ma non mancano i momenti romantici che riportano alla luce gli aspetti più belli della loro storia. Un mazzo di fiori consegnato alla persona sbagliata e l’arrivo di due buffi gangster, creditori del produttore dello spettacolo, innescano una serie di situazioni comiche, alternate a momenti di ballo e di musica, fino al lieto fine che conclude la storia.

Corrado Abbati da venticinque anni porta in scena con la sua compagnia delle operette e dei musical. Perché ora ha scelto di cimentarsi in una nuova versione di Kiss me, Kate?

«Da molti è considerato il musical perfetto, capace di appassionare il pubblico. Si tratta di uno spettacolo dal meccanismo tuttora valido, che ho scelto di sottolineare ancora di più con un’ambientazione ai giorni nostri. Inoltre, ho deciso di dosare lo humour, il romanticismo e la satira del testo, in modo da fonderli tra di loro e mettere in primo piano gli intrecci tra le vite dei personaggi, i loro amori passionali, le loro gaffe ironiche, la comicità e l’espediente del teatro nel teatro. Tutti questi aspetti prendono forma sul palco con tanti numeri musicali di danza, grazie alle musiche straordinarie di Cole Porter, che passa dal valzer al tip tap, dai brani dal sapore lirico a canzoni da favola: insomma, Kiss me, Kate è uno spettacolo da vedere e rivedere».

Tra i generi teatrali, il musical è uno di quelli che appassiona maggiormente il pubblico: perché?

«Se mi riferisco ai tipi di musical che propongo con la mia compagnia – che si potrebbero definire classici, dal momento che le musiche sono composte da autori di primo piano – credo che si tratti di spettacoli capaci di riempire l’occhio dello spettatore e di coinvolgerlo al cento per cento: sul palco ci sono la musica, la danza e la recitazione, ma anche ambientazioni sfarzose e tanti costumi di scena che rimandano a luoghi e momenti storici lontani. E si tratta quasi sempre di commedie leggere e molto allegre, che offrono momenti di evasione dalla vita di tutti i giorni».

Quanto lavoro c’è dietro alla preparazione di un musical?

«Sono molto meticoloso e rigoroso, parto a lavorare a un nuovo spettacolo almeno un anno prima del debutto. Dopo aver messo a punto ogni dettaglio, inizia la scelta degli interpreti, che devono essere in grado di esprimersi in diversi linguaggi, dalla danza alla recitazione e al canto. Un tempo non era semplice trovare attori di questo livello, mentre oggi esistono scuole in tutta Italia che preparano al musical».

Lei lavora in teatro da venticinque anni: com’è cambiata la scena italiana?

«Dal punto di vista del pubblico è cambiato poco, perché il teatro continua a coinvolgere gli appassionati del genere. Purtroppo continuano a mancare i ragazzi, più interessati alle tante possibilità che offre la televisione, molto spesso ignari delle emozioni che offre lo spettacolo dal vivo. Da addetto ai lavori, la situazione oggi è complessa a causa dei tanti tagli, che obbligano le compagnie a ridimensionarsi. Ma il livello in Italia rimane molto alto, senza dimenticare una grande fortuna di cui disponiamo: nel nostro Paese il teatro è capillare su tutto il territorio e non concentrato nelle grandi città. Basti pensare ad Alba e Bra, due città vicine con due teatri di primo piano in cui sono sempre felice di tornare, per il pubblico affezionato e realmente interessato».

Francesca Pinaffo

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