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La festa del mondo e di chi va in cerca di Dio

PENSIERO PER DOMENICA – EPIFANIA DEL SIGNORE – 6 GENNAIO

Da sempre l’umanità è in cerca di Dio. I Magi rappresentano questa ricerca sincera di tutti i popoli, a cominciare da Israele. Il racconto di Matteo (2,1-12) è una piccola antologia di testi biblici, una meditazione sulla parola di Dio, teso a far capire ai Giudei che la chiamata alla fede è per tutti. L’Epifania chiude il tempo natalizio e ci proietta in avanti: ricapitola i temi del Natale e offre indicazioni per il cammino.

La festa del mondo e di chi va in cerca di Dio
Il punto di riferimento è Gesù. La ricerca di un punto di riferimento è antica come l’umanità. Di volta in volta gli uomini l’hanno identificato in montagne, alberi secolari, pietre particolari, stelle e costellazioni celesti. I Magi, ad esempio, erano probabilmente astronomi della scuola babilonese. Il messaggio teologico del Natale, confermato dal Vangelo odierno è chiaro: il punto di riferimento fermo, la vera “stella polare” che indica il cammino è Gesù, il Bambino di Betlemme. Con la sua nascita, diventa realtà il sogno di Isaia: «Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce».

Un Dio che è per tutti. L’altra novità del Natale, ribadita dall’Epifania, è espressa nella Lettera agli Efesini (3,2-6): «Fratelli, per rivelazione mi è stato fatto conoscere il mistero. Esso non è stato manifestato agli uomini delle precedenti generazioni come ora è stato: che le genti sono chiamate, in Cristo Gesù, a condividere la stessa eredità, a formare lo stesso corpo e ad essere partecipi della stessa promessa per mezzo del Vangelo». Ecco il mistero finalmente rivelato, la novità sconvolgente, per gli Ebrei e per tutti i popoli: Gesù è il Dio per tutti, il Salvatore di tutti. I Magi che non si fanno problemi a rendere omaggio a Gesù – uno straniero, per loro – ci dicono che è finito il tempo delle divinità-bandiera, delle religioni come elemento di divisione di popoli e nazioni.

Tornare a ricostruire. Il terzo messaggio dell’Epifania, di stretta attualità, emerge dalla prima lettura, del Terzo Isaia (60,1-6), il profeta della ricostruzione di Gerusalemme dopo l’esilio. Gli esuli hanno percorso anticipatamente la strada dei Magi, spinti dal ricordo della Terra promessa e dalla volontà di ricostruire. Sono due atteggiamenti indispensabili anche per noi. Se nel corso della vita o anche nel più recente periodo natalizio abbiamo vissuto momenti belli, facciamone tesoro e punto di forza per ripartire. Lottiamo contro quello che i padri della Chiesa definivano il “gigante dei peccati”: l’oblio che genera ingratitudine e pessimismo. Con tali sentimenti non si va da nessuna parte.

Lidia e Battista Galvagno

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