La Regione Piemonte valuta il ricorso contro il decreto sicurezza

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Immagine d'archivio del Consiglio regionale

TORINO La Regione Piemonte ha istituito nelle passate settimane un tavolo di crisi con l’Anci regionale per valutare l’impatto del decreto sicurezza, ora legge, sul proprio territorio. «Nell’ultima riunione del 21 dicembre è emersa anche la necessità di un confronto allargato con tutte le prefetture. A questo scopo stiamo raccogliendo le concrete preoccupazioni di molte amministrazioni comunali, indipendentemente dal colore politico», spiega l’assessore regionale all’immigrazione Monica Cerutti.

«In questi giorni stiamo valutando, in accordo con il presidente Sergio Chiamparino, e in seguito all’ordine del giorno approvato dal Consiglio regionale il 18 dicembre contrario al decreto sicurezza,  se sussistano i fondamenti giuridici come Regione per un ricorso alla Corte costituzionale. Auspichiamo che altre regioni possano condividere questa azione. Tale decreto risulta anche in totale contrasto con la nostra legge regionale 5/2016 contro tutte le discriminazioni, dal titolo Norme di attuazione del divieto di ogni forma di discriminazione e della parità di trattamento nelle materie di competenza regionale, legge che applica invece i principi costituzionali», conclude Cerutti.

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