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L’olio di Alba viene da Santa Rosalia

L’olio di Alba viene da Santa Rosalia

AGRICOLTURA L’olio piemontese sta diventando un prodotto sempre meno di nicchia. D’altronde, la toponomastica ci ricorda che da queste parti l’olio ha una tradizione antica. A Cortemilia e Monticello ci sono località chiamate Monteoliveto e nell’Astigiano esiste San Marzano Oliveto. Non sono nomi di fantasia. Gazzetta ha parlato più volte della produzione olearia avviata da qualche anno a Castiglione Tinella e da qualche settimana anche Alba può vantare un suo olio extravergine d’oliva, frutto degli uliveti piantati dieci anni fa a Santa Rosalia da Massimiliano (Max) Rinaldi, enologo appassionato di olio.

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L’uliveto di Massimiliano Rinaldi si trova in località Santa Rosalia, a poca distanza da Alba.

«Ho questa passione da sempre. Considero l’olio non soltanto un condimento, ma un alimento vero e proprio. Mi piaceva l’idea di diversificare la mia attività e rendere il paesaggio più vario. Non mi piace la monocoltura», spiega Rinaldi, che ha presentato il suo olio extravergine d’oliva Santa Rosalia (lo stesso nome dell’azienda agricola nella quale produce col padre Dolcetto, Barbera, Langhe Nebbiolo e Langhe Favorita) in occasione della serata degli auguri della delegazione Onaf di Cuneo al castello di Grinzane. E tra la platea degli assaggiatori di formaggi della Granda il prodotto ha suscitato interesse e commenti positivi. L’uliveto di Max Rinaldi misura circa un ettaro e si sviluppa sulla collina di Santa Rosalia. Le piante sono delle varietà più note e diffuse d’Italia (Leccino, Grignan, Bianchera, Taggiasca, Frantoio e Pendolino), oltre alla francese Picholaine. La produzione 2018 è stata di 140 litri ed è la prima volta, dopo tre anni di prove, che l’olio albese viene proposto al pubblico.

«L’ulivo regge bene il clima della nostra zona. Le piante si trovano su un versante esposto a sud-ovest, e quindi più assolato. In generale la pianta non soffre il gelo; teme di più la neve, che può rompere i rami», afferma Rinaldi raccontando la sua scommessa. «Volevo dimostrare che anche qui, in una zona ricca di vigneti, si può fare dell’olio. È un prodotto originale, frutto di passione».

Le olive made in Santa Rosalia vengono pigiate in un frantoio ad Albenga. «Il 2018 è stata un’annata buona. L’olio ha un’acidità bassissima, indice di alta qualità: lo 0,25 per cento», sottolinea Rinaldi con lo stesso orgoglio col quale un vignaiolo parla di un vino di qualità.

Corrado Olocco

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