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Murazzano: il Comune boccia i distributori sulla piazza

Murazzano: il Comune boccia i distributori sulla piazza
Il mercato in piazza Umberto I in occasione della fiera ovina di fine agosto.

COMMERCIO La farmacista e la tabaccaia di Murazzano hanno fatto richiesta al Comune di posizionare, sulle facciate dei loro negozi di piazza Umberto I, dei distributori automatici che eroghino sciroppi per la tosse, spray per la gola – nel caso della farmacia Bernardi – e ricariche telefoniche e sigarette per la tabaccheria Punto amico di Stefania Leo Bordetto. Alla richiesta, l’ultimo Consiglio comunale del 2018 ha dato parere negativo. Spiega il sindaco Giorgio Manfredi: «Abbiamo esaminato la richiesta valutando se i distributori potessero rientrare tra i complementi di arredo urbano, ma non ci è parso. Si tratterebbe di posizionare all’esterno dei negozi, quindi sulla piazza, delle cabine sicuramente più modeste di quanto non fossero quelle telefoniche, tuttavia molto visibili».

Continua Manfredi: «La soluzione che noi suggeriamo è che non siano poste all’esterno, su suolo pubblico. Abbiamo visto altrove distributori automatici che si trovano all’interno e al momento della chiusura dell’esercizio vengono posizionati a filo della porta o diventano componenti di una vetrina. Riteniamo che questa sia una progettazione funzionale dal punto di vista urbano: non dimentichiamo che piazza Umberto I è il cuore del paese, la piazza principale, e non vorremmo che questi distributori si andassero a inserire in modo anomalo nel contesto».

La farmacista Gianna Bernardi risponde così alla decisione del Comune: «Ho ricoperto per cinque anni l’incarico di assessore e per altri cinque quello di vicesindaco: quindi non voglio entrare in polemica con l’Amministrazione. Quasi ovunque esistono questi distributori e mi sembrava potesse trattarsi di un servizio utile per la cittadinanza. Ho deciso comunque di installare il distributore, non in piazza, ma in un altro luogo che non rendo pubblico perché vorrei che prima si concretizzasse il progetto. Mi è dispiaciuto soltanto il ritardo nella risposta: a ottobre avevo formulato la richiesta e il parere è arrivato ben due mesi dopo».

Debora Schellino

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