No ministeriale: la centrale è bocciata

No ministeriale: la centrale è bocciata

Sul fiume è attivo l’impianto di Santa Vittoria, mentre altri due, proposti da Tanaro power, non sono stati autorizzati

TANARO TESORO DA SALVARE Su un pianeta sempre più sofferente a causa dell’inquinamento, le fonti energetiche rinnovabili rappresentano la soluzione migliore per salvaguardare l’ambiente. È così per l’idroelettrico, che sfrutta l’energia meccanica potenziale che possiede una massa d’acqua in movimento. Per la presenza di rilievi, valli, laghi e fiumi l’Italia è uno dei Paesi vocati allo sviluppo di questa forma, che oggi assicura il 16,5 per cento dell’elettricità e il 42 per cento di quella rinnovabile.
È evidente come il Tanaro possa rappresentare una risorsa energetica preziosa anche per l’Albese: qui si è iniziato a parlare di centrali idroelettriche non più di dieci anni fa. A farlo è stata Tanaro power – la società partecipata dal gruppo Egea attraverso Egea produzioni e teleriscaldamento e Ardea energia – che ha avanzato nel tempo tre progetti: un impianto a Santa Vittoria, uno ricadente nei territori di Barbaresco e Castagnito e uno ad Alba.

No ministeriale: la centrale è bocciata

SANTA VITTORIA
Di queste tre proposte, soltanto la prima è diventata realtà nel 2015, a valle del ponte di Pollenzo. Si tratta di una centrale sommersa, cioè non visibile dall’esterno. Costruita nell’alveo del fiume, sfrutta la portata del corso d’acqua con due turbine da 2 MWe (megawatt electric, un’unità di energia utilizzata nel settore della produzione) di potenza ciascuna, con le quali riesce a soddisfare il fabbisogno energetico annuale di 5mila famiglie. Nel 2017 ha prodotto circa 10 GWh (gigawattora) di energia elettrica, un risultato notevole se si considera che è stato un anno caratterizzato da grave siccità. Importante è stato il risparmio di anidride carbonica – pari a 4.859 tonnellate l’anno –e di energia, pari a 46.800 GJ (gigajoule). Commenta Pierpaolo Carini, amministratore delegato di Egea: «Per il nostro gruppo l’idroelettrico si inserisce in un discorso più ampio, basato sul potenziamento dell’energia pulita, come nel caso del fotovoltaico e del biometano. La centrale di Santa Vittoria, in più, ha permesso la valorizzazione della porzione di fiume circostante. E, proprio per diffondere una maggiore cultura di rispetto dell’ambiente, la centrale è visitata anche dalle scuole».

NO COMMENT
E gli altri due progetti? Anche se l’azienda ha deciso di non esprimersi –trincerandosi dietro a un generico «le procedure sono ancora in corso e richiedono molto tempo» – le cose sembrano essere andate diversamente rispetto alla centrale di Santa Vittoria. Così risulta dagli atti presenti sul sito del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, a cui spetta il compito di esprimersi in via definitiva sulla compatibilità con il contesto naturale delle nuove centrali. Riguardo a quella ricadente nel territorio di Barbaresco e di Castagnito, la procedura per la valutazione di impatto ambientale (Via) risulta conclusa da più di un anno. Sono indicati i dettagli del progetto, che prevedeva «la ricostruzione di uno sbarramento fluviale a uso irriguo, l’installazione di un innalzamento abbattibile al di sopra della traversa fissa e la realizzazione di una centrale idroelettrica a corso traversa». Il verbo al passato è d’obbligo, perché il 23 giugno 2017 l’apposita commissione ministeriale ha deciso di non procedere all’ulteriore iter di valutazione del progetto definitivo per una serie di motivi. Tra questi, il fatto che la nuova centrale avrebbe potuto causare «interferenze e criticità a carico dei processi idraulici, idrogeologici e geomorfologici del fiume Tanaro, in un territorio che risulta soggetto a fenomeni esondativi e di piena fluviale», oltre ad altre criticità riscontrate dall’Autorità di bacino del fiume Po e dall’Agenzia interregionale del fiume Po (Aipo). Dopo la presentazione di una memoria integrativa da parte di Tanaro power, la commissione ministeriale ha nuovamente rilevato la mancanza delle condizioni per giungere a un parere di compatibilità ambientale. Così, acquisito anche il parere negativo del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, la procedura è stata archiviata il 14 dicembre 2017, come risulta dal registro ufficiale.

DINIEGO PER ALBA
No ministeriale: la centrale è bocciata 1Riguardo alla centrale albese, la questione è più fresca, dal momento che la valutazione di compatibilità ambientale è arrivata da Roma poco più di un mese fa, con notizie per nulla positive per l’azienda proponente. Il progetto originario prevedeva la realizzazione di un impianto idroelettrico con potenza nominale di 1.813 kilowatt, ad acqua fluente, tramite costruzione di uno sbarramento fluviale con innalzamento abbattibile sul Tanaro. Avrebbe dovuto sorgere 200 metri a monte della confluenza con il torrente Cherasca, poi spostati di 100 metri più a valle su richiesta del Comune, pur rimanendo sempre all’altezza del parco del Tanaro. Dopo aver evidenziato questa e altre criticità, l’Amministrazione comunale ha espresso parere positivo sul progetto del 2017.

Eppure questo punto di vista non è stato condiviso ai livelli più alti. Già nel giugno del 2017, infatti, la Giunta regionale ha espresso parere negativo sulla nuova centrale, tenendo conto degli aspetti sollevati dall’Aipo. Come si legge nel relativo documento, i nuovi impianti si sarebbero inseriti «in un contesto fluviale in condizioni di significativa naturalità, andando a costituire un elemento di artificializzazione e un vincolo alla libera evoluzione morfodinamica del corso d’acqua».

La questione è poi passata al Ministero dell’ambiente, che si è espresso lo scorso 19 novembre, di concerto con il Ministero per i beni culturali. Il provvedimento finale, firmato dai ministri competenti, è chiaro: il giudizio di compatibilità ambientale del progetto è negativo, come già decretato dalle diverse commissioni tecniche chiamate a valutarlo.

Rimane a Tanaro power – che è stata informata degli esiti della procedura il 27 novembre, come si può leggere sul sito del Ministero – la possibilità di presentare ricorso al Tar (Tribunale amministrativo regionale) entro 60 giorni dalla pubblicazione del provvedimento sulla Gazzetta ufficiale oppure al presidente della Repubblica entro 120 giorni. Visto l’impatto che opere di questo tipo avrebbero sul Tanaro e su tutto il territorio, seguiremo gli sviluppi della vicenda, pronti a dare voce anche all’azienda, se i suoi vertici lo vorranno.

Francesca Pinaffo

Tanaro, tesoro da salvare

INVECE PER LA RICHIESTA EDISON TRA BARBARESCO E CASTAGNITO C’È IL VIA LIBERA ORMAI DAL 2016

Se il progetto di Tanaro power per la costruzione di una centrale idroelettrica ricadente nei Comuni di Barbaresco e Castagnito è stato archiviato più di un anno fa, ha invece superato le valutazioni ministeriali un altro impianto relativo alla stessa porzione di territorio, cioè la centrale idroelettrica Delle rocche proposta da Edison Spa. Si tratta di uno stabilimento ad acqua fluente, con una traversa di sbarramento in alveo, che prevede una potenza media di concessione di 2.489 kW. Anche in questo caso l’esito dell’iter è chiaro: la procedura si è conclusa il 16 febbraio 2016, con un decreto di valutazione di impatto ambientale positivo, subordinato ad alcune prescrizioni rivolte all’azienda, soprattutto per monitorare la situazione ambientale.

f.p.

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