Disponibili altri fondi per sistemare la torre di Corneliano

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CORNELIANO La fondazione Torre di Corneliano ha ottenuto un contributo di 20mila euro dalla Compagnia di San Paolo. «La somma, congiuntamente ai 20mila già deliberati dalla fondazione Cassa di risparmio di Torino, sarà impiegata per procedere alla sistemazione della scala interna che permetterà di raggiungere i piani e la sommità della torre», afferma il presidente della fondazione cornelianese Alessandro Torreri.

Ottimo è stato anche il successo del libro dedicato al monumento Una torre ci vuole… edito da Soletti editore (acquistabile contattando il numero 338-66.19.477, oppure rivolgendosi alla tabaccheria di Gallo Emanuele, in piazza Cottolengo 47).

Ora non resta che attendere la bella stagione per riprendere le visite guidate al monumento, già aperto al pubblico con successo lo scorso anno. Buoni anche i dati registrati dal sito www. torredicorneliano.it che, dal 2015 a oggi, ha avuto 27mila visite e circa 5 milioni e 800 mila contatti, mentre gli Amici della torre, il gruppo che sostiene l’operato della fondazione, conta 630 iscritti. Tra le altre buone notizie i proventi del cinque per mille 2016 (4.800 euro) – che saranno nelle casse della fondazione nei prossimi mesi – e le donazioni private (da effettuare sul conto corrente della Banca d’Alba attraverso il codice Iban IT 71 O 08530 46220 00033 0107997): 10mila e 950 euro per il 2014, 19mila nel 2015, 6.550 nel 2016, 5mila nel 2017 e 2.420 da inizio anno a oggi.

«Se i lavori di messa in sicurezza e l’importante intervento sulla strada d’accesso hanno occupato la mia mente e il cuore negli ultimi anni, vorrei anche ricordare l’operato delle Amministrazioni comunali che, negli anni passati, hanno provveduto al consolidamento dei versanti», illustra Alessandro Torreri, presidente della fondazione nata nel 2013 a cui l’omonima famiglia ha donato il monumento. «Ora buona parte del lavoro è fatta: occorre concentrare l’attenzione sulla promozione del sito, incrementando altresì l’interesse che può suscitare nel pubblico», conclude Torreri.

Francesca Gerbi

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