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La famiglia Ceretto acquista lo 0,73% delle quote di Apro

Il gemellaggio delle cucine tra Apro e l’École hôtelière di Cannes

ALBA La famiglia Ceretto, tra le più note di Langhe e Roero per la qualità dei vini prodotti, tra cui il celebre Blangé, ma anche nella ristorazione con il tristellato Piazza Duomo e La Piola e la promozione dell’arte contemporanea ad Alba e nelle Langhe, entra nel capitale sociale di Apro.

Bruno e il figlio Federico hanno rilevato lo 0,73% delle quote della scuola professionale fondata 60 anni fa da don Gianolio per preparare i giovani al mondo del lavoro. Quote che appartenevano alla Davide Campari.

Il vulcanico Bruno Ceretto spiega a Gazzetta le ragioni che lo hanno spinto a entrare nel capitale di Apro: «Don Gianolio ha inventato un meccanismo eccezionale che in 60 anni ha permesso a generazioni di giovani di trovare un lavoro e di affermarsi nella vita. Sono centinaia le aziende che sono nate partendo da questa scuola. Oggi ancora più di allora c’è bisogno di una scuola come Apro. Le aziende del territorio richiedono ragazzi qualificati con capacità nella meccanica o nelle nuove tecnologie da inserire da subito in pianta stabile nel loro staff».

Ceretto aggiunge: «Il territorio ha bisogno soprattutto di una grande scuola alberghiera che prepari all’accoglienza. Il turismo continuerà a crescere portando ricchezza nella nostra zona, ma dovremo essere pronti ad accogliere i turisti con attenzioni e qualità. All’Apro spetta formare ed educare i ragazzi che domani troveranno un impiego nelle strutture ricettive del territorio o nei ristoranti».

La sfida è avvincente: «Dobbiamo tutti insieme portare il contributo per fare in modo che Apro accresca la propria immagine come scuola che prepara bene ragazzi e adulti per inserirli nel mondo del lavoro. Cercheremo di portare il nostro contributo perché i genitori capiscano che oggi affidarsi ad Apro è una scelta vincente».

Il valore aggiunto che la famiglia Ceretto vorrà portare in Apro è quello delle idee: «Il futuro passa attraverso la conoscenza delle lingue, i ragazzi devono conoscere l’inglese e una lingua tra francese e tedesco, in futuro mi piacerebbe anche che nascesse una fondazione formata da insegnanti, ristoratori, imprenditori per permettere ad Apro di diventare sempre più un punto di riferimento».

Marcello Pasquero

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