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Mattia Maio, l’artista della macchina da scrivere, a La bookeria di Alba sabato 16 febbraio

Dopo tanti scrittori, la Bookeria ha deciso di rinnovare il calendario di incontri Tra un caffè e un cappuccino, ospitando sabato 16 febbraio, dalle ore 14, l’artista Mattia Maio, che crea i suoi quadri con le parole… ma anche con i segni grafici, le interpunzioni e gli spazi.

Per tutto il sabato pomeriggio, il creativo torinese sarà attivo nell’accogliente saletta della Bookeria. Mattia e la sua macchina per scrivere (una Olivetti lettera 35) occuperanno un tavolino al numero 8 di via Paruzza, mentre sugli scaffali, tra i libri, piantine, carte e vecchi fogli di documenti esposti in mostra, riprenderanno vita e si riempiranno di segni, volti, oggetti e scenari nuovi.

Ingresso libero. Per informazioni: www.labookeria.it ,  https://www.facebook.com/mybookeria/ , oppure 320-1427839.

 

Intervista a Mattia Maio

Mattia, trent’anni trascorsi tra Imperia e Torino, perché ha iniziato a creare opere d’arte disegnando con la sua macchina da scrivere?

«È iniziato tutto per la tesi di laurea dell’Accademia albertina di belle arti. Il progetto era basato sul raccontare storie, che avevano come protagonisti i senza tetto di Torino, ma ci sarebbe stata anche una parte illustrata, da qui l’idea di fare tutto con la macchina da scrivere».

Mattia Maio, l’artista della macchina da scrivere, a La bookeria di Alba sabato 16 febbraio

Da allora, quando ha capito che la sua passione poteva diventare un lavoro e quante opere ha creato?

«Me ne sono reso veramente conto durante un soggiorno in Romania, nel corso del periodo di Erasmus. È stato illuminante. Non so quanti ritratti e quadri ho realizzato: alcune opere le riproduco in serie senza tiratura, altre con una numerazione fissa».

Un ricordo bello del periodo all’Accademia?

«Là ho incontrato quei “balordi”, con i quali ho creato il collettivo Idrolab e poi ho aperto il laboratorio di serigrafia popolare».

Un autore che l’ha ispirata?

«Mi sono sentito molto legato allo scrittore Irvine Welsh, per l’utilizzo del testo in maniera grafica».

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