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Ad Alba in 2 anni 6 milioni in meno sprecati nel gioco

Lo ha spiegato il direttore dell’Ires Piemonte Marco Sisti, commentando i molteplici esiti positivi della legge regionale 9 del 2016, combinata con le azioni dei Comuni

ALBA Per affrontare fenomeni complessi, servono strategie integrate, a livello regionale e locale. È quanto accaduto per il gioco d’azzardo patologico, preso di petto in Piemonte attraverso la legge regionale 9 del 2016 – che ha imposto serie limitazioni – e gli interventi adottati dai Comuni. Alcuni dati inediti relativi alla Granda sono stati anticipati da Marco Sisti, direttore di Ires Piemonte, durante la presentazione della relazione annuale sull’andamento economico e sociale della regione. «Nella Granda sono stati raggiunti risultati importanti, come a Cuneo, Bra e Alba. In particolare, quest’ultima città, considerando il numero di abitanti e i volumi giocati, era la più esposta al problema», ha spiegato Sisti. Secondo le elaborazioni dell’istituto di ricerca a partire dai dati rilasciati dall’Agenzia delle dogane e dei monopoli, ad Alba, tra il primo semestre del 2016 e il primo semestre del 2018 c’è stata una riduzione del volume di gioco fisico di circa 6 milioni di euro, passando dai quasi 48 milioni a poco più di 42. In particolare, la riduzione più evidente riguarda le slot-machine, il cui volume di gioco si è quasi dimezzato nel periodo considerato, passando da circa 8,5 milioni di euro a un valore di 4,6. Una riduzione riguarda anche i dispositivi di videolottery, non ancora direttamente toccati dal “distanziometro”, che per questa categoria entrerà in vigore a maggio: in questo caso, si è passati da un volume di gioco di 26 milioni di euro a 23.

In Piemonte sta rallentando la spinta a crescere
Il direttore di Ires Piemonte Marco Sisti e la ricercatrice Carla Nanni.

Tornando al gioco fisico considerato complessivamente, sempre tra il primo semestre del 2016 e il primo semestre del 2018, ad Alba c’è stata una riduzione delle perdite di circa un milione e 335mila euro (calcolata dalla differenza tra la raccolta complessiva e le vincite). Si è passati, infatti, da una perdita di 9.429.059 euro a poco più di 8 milioni di euro. E anche se i dati relativi al secondo semestre sono ancora in fase di elaborazione, «sembra che si muovano nella stessa direzione, confermando l’andamento positivo: se si moltiplica la cifra di un milione e 335mila per due, in modo da calcolare la diminuzione delle perdite su tutto il 2018, è come aver ridistribuito più di 80 euro a ogni albese, considerando anche la fetta di popolazione che non gioca affatto».

Confrontando i due semestri, sono stati raggiunti risultati positivi anche a Cuneo, dove le perdite sono diminuite di 797mila euro e a Bra, con una riduzione delle perdite di 953mila euro (da poco più di 4 milioni a 3.130mila euro). Grazie alla legge sul distanziamento, nella Granda si è registrato un calo notevole dei dispositivi di gioco, che sono passati dai 2.643 attivi nel marzo del 2017 in 642 esercizi ai 1.611 nel settembre del 2018 in 219 esercizi: in percentuale, si tratta di una diminuzione di 39 punti degli apparecchi. Se si guarda agli esercizi commerciali con dispositivi da gioco attivi, sono scesi del 66 per cento. Da notare che la provincia di Cuneo, dopo Torino e Alessandria, era quella con la maggior presenza di slot-machine.

Bra ribadisce il suo no al gioco d'azzardo

E per il gioco on-line? Spiega ancora Marco Sisti: «Si temeva che, limitando il gioco fisico, si potesse avere una crescita esponenziale di quello on-line. In realtà abbiamo notato come, nell’ultimo anno, le perdite sul Web in Piemonte non siano cresciute in modo sproporzionato rispetto alle altre regioni».

Così è accaduto in provincia di Cuneo: tra i primi sei mesi del 2016 e i primi sei mesi del 2018 a Bra le perdite derivate dal gioco on-line sono cresciute di circa 168mila euro (da 99.520 euro a 268.180 euro), mentre a Cuneo c’è stato un incremento di quasi 230mila euro. Tra le tre città considerate, Alba è quella in cui il gioco on-line è cresciuto di meno nel periodo preso in esame, con un incremento di circa 56mila euro, passando da un volume di perdite di 155.519 euro a 211.525 euro.

Francesca Pinaffo

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