Carlo Donat-Cattin un grande politico e un grande uomo di governo

Novantamila firme per la petizione a favore della Tav ideata da Mino Giachino

Giovedì 14 marzo al Senato della Repubblica, alla presenza del Capo dello stato, iniziano le celebrazioni per il centenario della nascita di Carlo Donta-Cattin con il convegno Carlo Donat-Cattin uomo di governo e leader Dc.

Mino Giachino, fondatore di Sì tav, si lavoro lo ricorda così:

«Carlo Donat-Cattin , un grande uomo politico della cosiddetta prima Repubblica , nacque a Finale Ligure nel giugno del 1919. Si distinse sia nel sindacato, nella politica e al Governo. Oggi si direbbe che fece la differenza almeno in due volte nella storia politica e sociale del dopoguerra.

Carlo Donat-Cattin (da Wikipedia)

Nel 1969 , da Ministro del lavoro , seppe gestire l’autunno caldo, il più grande scontro sociale del dopoguerra, quando i lavoratori volevano uscire dall’epoca dei bassi salari , che avevano rese competitive le nostre produzioni, durante una fase resa difficilissima dalle bombe di piazza Fontana, Donat-Cattin riuscì a concludere nell’autunno-inverno 1969 il rinnovo di molti contratti dai metalmeccanici agli elettrici (io lavoravo all’Enel).

Nel 1980 al congresso della Dc dove con il famoso “preambolo”, che scrisse di suo pugno prima con Galloni e poi con Forlani cambiò il destino del congresso che segnò la fine della collaborazione tra Dc e Pci che, in modi diversi, durò dal 1976 al 1980.

Anche per questo Bettino Craxi lo stimò molto e gli fu sempre vicino.

Carlo Donat-Cattin , con cui ho avuto l’onore di collaborare per sei anni dalla fine del ‘76 alla fine del 1982, fu un grande uomo di governo, nella tradizione dei migliori uomini di governo piemontesi che va da Cavour a Giolitti, Sella e Einaudi e trova la sua ultima grande espressione proprio in Carlo Donat-Cattin .

Donat-Cattin studiava in modo maniacale l’andamento della economia, dal quale ,sapeva bene, dipende la condizione di vita della gente. I suoi interventi sulle manovre economiche e sui loro riflessi nella vita delle aziende e delle famiglie non facevano sconti a nessuno. Sia che fosse al Governo sia che fosse semplice parlamentare egli “battagliava” con Guido Carli, con Emilio Colombo, con la Confindustria, con gli Agnelli con i sindacalisti, con i direttori dei giornali. Ricordo la sua polemica col direttore de La Stampa sugli effetti che avrebbe causato la decisione di Nixon di metter fine alla parità dollaro-oro dell’agosto 1971.

Carlo Donat-Cattin si fermava a parlare con la gente più umile , nelle piccole sezioni dei paesi di montagna del Piemonte, girava nei week end il paese a parlare nelle varie provincie italiane chiamato dai suoi amici o dalle associazioni locali.

Fu un grande Ministro del lavoro e fu un grande Ministro dell’industria. Per ridurre il costo della energia elettrica alle fasce popolari dopo il grande aumento del prezzo del petrolio del 1973 adottò la “tariffa sociale della elettricità “ una misura che interessò per 35 anni le famiglie meno abbienti lavorando su uno studio che avevo fatto io, dipendente Enel, sui consumi delle famiglie operaie della Pirelli di Settimo torinese.

Nel 1979 riuscì a far approvare ben 3 decreti legge per 3 grandi eventi alluvionali a Pinerolo, Alessandria e in Val d’Ossola, malgrado la maggioranza del Consiglio dei ministri fosse del Centro Sud.

Gli ospedali vengono costruiti tutt’oggi sulla base di un suo decreto da Ministro della sanità .

Sapeva esser duro nello scontro politico come nessun altro.

Celebre la definizione di Gian Paolo Pansa che su Repubblica titolò: “Carlo inforca i guantoni”.

Bellissimo il suo incipit nell’intervento al congresso Dc del 1986 quando la sua corrente di Forze nuove con il 7% era sola in minoranza. Iniziò il suo intervento con : ”Scusate una voce fuori dal coro”.

Nel privato era simpatico . Moralmente un intransigente. Maniacale nel seguire la messa domenicale. In auto aveva l’orario delle messe di tutte le chiese torinesi. Era un maestro di politica.

Rispondeva a tutti gli interventi. E chi ha avuto la fortuna di avere l’amicizia con i tanti che collaboravano con lui sentiva i suoi commenti e i suoi giudizi, vere e proprie pagelle.

Durissimo nello scontro politico , non faceva sconti a nessuno, non riusciva a trattenere la battuta ma non gli ho mai sentito dire parole volgari o cattive. I suoi riferimenti erano Maritain, Mounier, Rosmini.

Nei momenti cruciali scriveva lettere dal Papa ai ministri, dai segretari della Dc ai direttori dei giornali. Nel 1976 propose al Presidente della Repubblica la nomina a cavaliere del lavoro di Silvio Berlusconi , quarantenne imprenditore milanese.

Lavoratore instancabile, un errore del chirurgo ce lo tolse prematuramente nel 1991.

Penso sia contento che io , prima di molti, abbia dato vita nel 2016 alla associazione Si lavoro e penso sia orgoglioso che io abbia avuto il coraggio di organizzare la prima grande manifestazione di piazza Si tav.

Lo ricorderò sempre con grande affetto e commozione».

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