Dalla padella alla brace: i 41 lavoratori della Giordano trasferiti a Brescia e non a Ivrea

Dalla padella alla brace: i 41 lavoratori della Giordano trasferiti a Brescia e non a Ivrea
La protesta delle lavoratrici Giordano a fine marzo in piazza del Duomo ad Alba.

ALBA  Un presidio di protesta pacifico ma carico di significati, un incontro con gli amministratori del Comune di Alba toccante, diretto ed emozionante. Nel pomeriggio di oggi (26 marzo) si è svolto l’atto dimostrativo dei 41 lavoratori della Giordano Vini che, per manovre interne alla finanziaria Iwb di cui l’azienda fa parte, rischiano di perdere il lavoro, o meglio di trovarsi costretti a dare le dimissioni di fronte ad una proposta alternativa poco allettante.

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Nell’agosto 2016 la Giordano Vini ha terziarizzato il lavoro di call center assistenza clienti alla Koinè srl e,  senza preavviso, ha appaltato il lavoro alla ComData, azienda con il 70% dei lavoratori in contratto di solidarietà, e che, ora, ha proposto un trasferimento in massa nella sede di Ivrea, dal 1 aprile. Una soluzione che sa di beffa per i 41 lavoratori che non hanno accettato, tornando così sotto la Koinè srl. Dalla padella alla brace: la Koinè srl è disposta a ridare il lavoro, ma solo a Brescia. Una soluzione che non soddisfa, uno “scarica barile umano” di fronte al quale i 41 dipendenti Giordano Vini chiedono il licenziamento collettivo con due mesi di preavviso ed una “buona uscita” consona agli anni di lavoro svolti, per non accettare un’opzione che sembra portarli alle dimissioni.

In questo intricato quadro, i 41 (39 donne e 2 uomini) lavoratori, insieme ai loro rappresentanti sindacali (Sigle SLC CGIL, FISTEL CISL, FAI CISL, FLAI CGIL, UILA UIL), hanno incontrato gli assessori albesi Alberto Gatto, Anna Chiara Cavallotto, Luigi Garassino, e Roberto Giachino, presidente del consiglio comunale.

I sindacalisti hanno ribadito che sia la Giordano Vini che la Koinè srl non hanno aperto il dialogo nel cercare una soluzione consona ai lavoratori che, soprattutto verso l’azienda di Valle Talloria, hanno dato tanto. Un secondo punto che lascia perplessi i Sindacati è la gestione degli appalti che sembrano portare a licenziamenti camuffati, con vantaggi nella riassunzione da parte dei datori di lavoro.

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lavoratori giordano vini in consiglio

Il valore della risorsa umana sembra andato perso, come hanno ribadito Paola Bocconi e Sonia Manzone, rappresentanti RSU (con Sabrina Bellardi, non presente): «Abbiamo chiesto la Procedura 223 per essere tutelati ed essere pagati secondo i termini di Legge, pur non andando al lavoro. Chiediamo un licenziamento collettivo con due mesi di preavviso e la conseguente giusta buona uscita. Siamo a pochi giorni dalla scadenza (31 marzo) e la situazione non è chiara. Ci sentiamo presi in giro perché non è stato instaurato un dialogo tra le parti. Sembra che lavorare in Valle Talloria non sia più possibile, chissà per quali ragioni».

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sdr

Ragioni che neanche una lavoratrice da 34 anni in Giordano Vini si spiega: «Parlo a nome di tutti: io, come altri, lavoro da molti anni alla Giordano Vini, un’azienda che ha sempre valorizzato la risorsa umana ma che, negli ultimi anni, sembra guardare più al profitto che alla persona.  Il nostro territorio è da sempre fatto di aziende che danno valore ai loro dipendenti. Una situazione come la nostra è surreale, la Legge ed i Sindacati devono tutelarci, come la Politica, partendo dal Comune». Un appello che il Comune di Alba ha fatto suo già da alcuni giorni, come sottolineato dagli Assessori presenti al tavolo di riflessione. Nei prossimi giorni, dopo l’incontro con la Regione Piemonte di domani (mercoledì 27 marzo), il Comune di Alba porterà avanti azioni per insistere nei tentativi di mettersi in contatto con la Giordano Vini, tentativi finora vani. Una vicenda che è già oggetto di un’interrogazione parlamentare da parte dell’On. Chiara Gribaudo, un segnale forte che vuole portare a dare un respiro nazionale alla vicenda.

                                                                                                                                                                         

Livio Oggero

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